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Grazie alla collaborazione tra startup, studenti di Giurisprudenza e studi legali, l’Università Bocconi ha messo in piedi un virtuoso sistema che lega i programmi di apprendimento a quelli imprenditoriali
Un programma speciale pensato per fornire consulenza legale gratuita alle startup che partecipano ai programmi di accelerazione di B4i – Bocconi for innovation. L’Università Bocconi, in collaborazione con una serie di studi legali italiani, assieme agli studenti di Giurisprudenza della stessa Università, ha lanciato le “legal clinics”. Si tratta di “cliniche legali” grazie alle quali le startup potranno richiedere gratuitamente assistenza e approfondimenti sulla materia. A spiegare la nascita e il funzionamento è Aura Bertoni, Head of Legal Clinics & Pre-Acceleration Specialist di B4i-Bocconi for Innovation.
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Come funzionano le legal clinics di B4i
«Ad ogni startup viene assegnata una coppia di studenti della School of Law in qualità di consulenti interni, con l’obiettivo di ottimizzare l’assistenza legale offerta pro-bono dagli studi legali partner nell’ambito dei programmi di accelerazione di B4i», spiega Aura. Le prime legal clinics della School of Law sono nate all’interno del carcere di Bollate, dopodichè sono state estese anche ad altri ambiti. «In particolar modo quelle di B4i lavorano su due macro obiettivi – spiega Aura – Trasferire la conoscenza sviluppata all’interno dell’Università e supportare l’ecosistema delle startup garantendo una formazione anche da un punto di vista legale, essenziale per il benessere e lo sviluppo dell’attività. Ogni legal clinic, infatti, ha caratteristiche diverse e si rivolge a team differenti». In B4i le legal clinics funzionano grazie a un lavoro di triangolazione, dove il perno è rappresentato dalla startup che partecipa ai programmi di accelerazione di B4i e, intorno a questo perno, c’è il docente dell’Università che coordina quella particolare clinica assieme ad Aura Bertoni, Head of Legal Clinics & Pre-Acceleration Specialist di B4i-Bocconi for Innovation.
Legal clinics, un riferimento per le startup
«Ogni startup ha il suo team. Ad accompagnare gli studenti c’è un docente che lo coordina e uno studio legale che offre il proprio supporto alla startup e compartecipa alla formazione degli alunni». Un lavoro molto importante per l’ecosistema che vede condividere competenze all’interno della stessa Università. «Si tratta di un’esperienza importante per gli studenti che non solo si occupano della messa in pratica del diritto ma lo testano su una forma specifica di imprenditorialità. I coordinatori sono invece come direttori di orchestra; noi dobbiamo sintonizzarci rispetto alle diverse necessità». Da un lato, infatti, c’è ogni singola startup con le proprie esigenze, da un altro gli studenti più preparati sul tema imprenditoriale che apprendono fornendo supporto al team in collaborazione con gli studi legali che si sono resi disponibili. «Le cliniche durano 6 mesi, 2 mesi in più rispetto al percorso di accelerazione – continua Aura – Successivamente possiamo mettere in atto una convenzione per aiutare le startup a ricevere supporto legale a tariffe calmierate, per facilitare la prosecuzione del rapporto con uno studio che già conosce i team». E i feedback ottenuti sono molto positivi: «I ragazzi si appassionano molto all’idea di dare assistenza legale a queste iniziative che vantano un elevato tasso di partecipazione».
Fare network resta la priorità
Le esperienze con le startup, per ogni batch, si assomigliano. Ma allo stesso tempo sono diverse. «Ogni clinica esprime il suo carattere attraverso un modo diverso di lavorare insieme e di interagire con lo studio legale – continua Aura – Noi facciamo sempre un kickoff chiedendo alla startup di condividere i documenti sul modello di business che hanno messo a punto fino a quel momento, poi vengono individuate le priorità su cui lavorare». E lavorando con le startup, a differenza di altre forme d’impresa, il diritto non soltanto passa attraverso molte sfaccettature, ma può anche essere peculiare e richiedere un elevato livello di sensibilità sulle priorità individuate. «Accettiamo dalle 8 alle 10 startup per batch – conclude Aura – Abbiamo notato come gli studenti lavorino bene in coppia, creando un micro gruppo all’interno del quale nascono sinergie positive. Inoltre, cerchiamo di coinvolgere anche gli studenti stranieri nel caso in cui delle startup estere facciano parte dei nostri percorsi; per noi è un’occasione importante per far conoscere l’ecosistema anche fuori oltreconfine».