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Perché un gruppo di scrittori americani ha fatto causa a OpenAI

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Le accuse si basano sulla presunta violazione del diritto d’autore nei processi di addestramento della piattaforma

Le accuse si basano sulla presunta violazione del diritto d’autore nei processi di addestramento della piattaforma

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Chiara Buratti
12 set 2023

Mentre alcuni artisti sono intervenuti a difesa dell’intelligenza artificiale con una lettera indirizzata al Congresso americano, alcuni scrittori americani hanno fatto causa a OpenAI per violazione del copyright sulla formazione sull’intelligenza artificiale. Se gli artisti hanno chiesto al Congresso USA di essere inclusi nel dibattito sulle ultime frontiere dell’innovazione, questo gruppo di scrittori ha citato in giudizio OpenAI presso il tribunale federale di San Francisco, accusando il programma sostenuto da Microsoft di aver violato i propri diritti d’autore per addestrare ChatGPT.

Leggi anche: Artisti e AI, spunta una nuova lettera a difesa dell’intelligenza artificiale generativa

Gli scrittori contro OpenAI

Tra gli autori statunitensi che hanno fatto causa alla piattaforma di intelligenza artificiale ci sono anche il vincitore del Premio Pulitzer, Michael Chabon; il drammaturgo David Henry Hwang e gli autori Matthew Klam, Rachel Louise Snyder e Ayelet Waldman. Le accuse si basano sul sospetto che OpenAI abbia copiato i loro lavori senza chiedere alcun permesso a cedere i diritti d’autore per insegnare a ChatGPT come migliorare l’elaborazione di testi scritti. Pertanto, questo gruppo di scrittori ha richiesto un risarcimento danni in denaro la cui somma è, al momento, sconosciuta, e il blocco di “pratiche commerciali illegali e sleali di OpenAI”. L’attuale causa è la terza proposta di azione collettiva per violazione del copyright presentata dagli autori contro OpenAI. Anche altre aziende, come Microsoft, Meta Platforms e Stability AI, sono state citate in giudizio da alcuni titolari dei diritti d’autore per l’utilizzo del loro lavoro nella formazione sull’intelligenza artificiale. Per contro, OpenAI e altre società sostengono che non ci sia niente di illegale nel fornire a ChatGPT questo tipo di strumenti per formare l’AI. Adesso saranno i giudici a proferire parola sull’accaduto.

Tags: #FLASH #OPENAI #SCRITTORI
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