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In Italia solo il 9% di chi acquista su internet compra prodotti alimentari. Certo, il mercato è cresciuto del 18% rispetto all’anno scorso e ha raggiunto i 160 milioni di euro, ma questa cifra risulta irrisoria se paragonata ai 12,6 miliardi dell’intero settore delle vendite online.

I dati non sono certo incoraggianti, specialmente se li si confronta con quelli del resto d’Europa, ma c’è chi la pensa diversamente: “Il bicchiere per me è sempre mezzo pieno. Se i numeri sono bassi significa che c’è spazio per crescere” commenta Marco Porcaro, fondatore della startup fintech Cortilia, il mercato agricolo online che dal 2011 mette in contatto consumatori lombardi e agricoltori per la compravendita di frutta e verdura di qualità.

Sarà per via del recente round da 1,5 milioni di euro, sarà per le transazioni dell’ultimo anno che superano i 2 milioni, ma Porcaro sembra fiducioso sul futuro del suo business: “l’e-commerce in Italia sta crescendo e, anche se ora siamo indietro rispetto ad altri paesi europei come la Gran Bretagna, più servizi online ci sono e più possiamo evolverci e coinvolgere sempre più agricoltori”.

Attualmente, infatti, Cortilia è presente solo in Lombardia ma mira a espandersi: “In 36 mesi vogliamo raggiungere tutti i capoluoghi di provincia densamente abitati della Regione e muoverci anche all’estero, sulla base delle richieste che riceviamo dalla Svizzera”. Alla domanda sul perché non conquistare prima tutta l’Italia e poi esportare il modello oltre confine Marco Porcaro risponde così: “l’idea è sempre stata quella di limitarci al centro-nord. Un po’ per questioni culturali legate al digital divide e allo scarso utilizzo di Internet per fare acquisti e un po’ perché nel resto d’Italia sono più fortunati di noi e riescono a trovare frutta e verdura di buona qualità più vicino”.

Il fondatore di Cortilia si mostra ottimista anche quando si parla del possibile arrivo in Italia di un gigante come Amazon che dal 2007 ha deciso di aggiungere ai suoi servizi la possibilità di fare la spesa online lanciando Amazon Fresh. Dello sbarco in Europa del colosso di Jeff Bezos si è parlato tanto, forse anche troppo, nei primi mesi del 2014 dandolo per imminente; di certo c’è che per ora è operativo a Seattle, Los Angeles, San Francisco e nell’area di Brooklyn a New York.

“Non vedo l’ora che i furgoni verdi di Amazon Fresh sbarchino anche in Italia” commenta Porcaro “perché rappresenteranno un problema per la grande distribuzione, non certo per noi che non vogliamo diventare un supermercato. Anzi, per Cortilia l’opportunità sarà immensa perché vorrà dire che sempre più persone faranno la spesa online e si interrogheranno sulla qualità dei prodotti acquistati”. Porcaro punta molto sulla bontà dei prodotti che vende, tanto da voler investire parte del finanziamento ricevuto “nel controllo sempre più puntuale di qualità e stagionalità, per educare i clienti a questi valori”.

Intanto anche Google ha mosso un passo, se non nella stessa direzione, nella strada adiacente con il servizio di consegna di alimenti confezionati e altri prodotti. Sempre BigG ha ceduto alla controllata Uber Tom Fallows, precedentemente a capo di Google Shopping Express, svelando la volontà di sfruttare anche la startup di trasporti per le spedizioni. La partita, insomma, si sta facendo sempre più interessante.

Cortilia, da parte sua, ha ancora passi avanti da fare, a partire dal fatto che non esiste ancora una app da cui effettuare direttamente gli acquisti. Il tema sembra rilevante soprattutto se si tiene conto degli ultimi dati relativi agli acquisti online, secondo i quali lo shopping attraverso le applicazioni è aumentato del 100% rispetto all’anno scorso. “Ci stiamo lavorando da tempo, il lancio è previsto nei primi mesi del 2015” risponde Porcaro “inoltre con i soldi ricevuti vorremmo allargare il team a livello di marketing e logistica perché, pur essendo una startup che nasce su internet, la nostra attività si svolge prevalentemente sulla strada e questo implica una serie di investimenti notevoli”.