“Un giorno, mentre facevo la spesa in un supermercato di Voghera, la vista e la mente sono stati catturati dai contenitori differenti usati per le bevande, in plastica, e il conserviero, in vetro. E mi sono chiesto: perchè non trasferire i vantaggi della plastica anche per il packaging dei prodotti alimentari, trovando la tecnologia più adatta?”.

Così, Marco Petrini racconta a StartupItalia! com’è nata l’idea di Socojars, un Pet apparentemente simile a quello comune e che, invece, è in grado di garantire un’adeguata barriera all’ossigeno, necessaria per mantenere inalterata la vita da scaffale del prodotto alimentare, come fatto dal vetro. Laureato in Economia aziendale e imprenditore di seconda generazione, con un’azienda di famiglia attiva prima nel settore dell’imballaggio plastico, poi del packaging in polietilene, Marco Petrini, dopo anni di ricerca con laboratori e centri dell’Alessandrino, trova la “formula” di trasferimento tecnologico da adottare per realizzare Socojars.
Una soluzione talmente innovativa ed efficace da decretare il successo della campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd e l’acquisizione di clienti come Kraft-Mondelez, Casalasco-De Rica e Lazzaris.

L’intervista
In cosa Socojars è differente dai materiali tradizionali?
Il Pet comunemente usato ha diversi vantaggi come la leggerezza, che influisce positivamente sulle spese di trasporto, la riciclabilità e i costi contenuti. Presenta però anche alcuni limiti, come l’incapacità di creare una barriera all’ossigeno e di resistere a temperature elevate e superiori ai 60°, salvo collassare, che hanno sempre portato a scegliere il vetro come alternativa per il packaging dei prodotti alimentari, anche grazie alle caratteristiche di trasparenza. Socojars supera questi limiti tecnici, non comporta alcuna variazione nelle attuali linee di riempimento delle aziende e offre contenitori in Pet trasparenti, mediante una soluzione che, mettendo assieme tecnologia, stampi e macchinari, in un certo senso “inganna” il Pet, facendogli percepire temperature oltre gli 85° come pari a 60°. Questo ci ha consentito di proporre questa soluzione in molti settori alimentari: dalle confetture allo yogurt, dai sughi pronti ai gelati confezionati fino al ketchup.
Qual è il punto di forza del modello di business?
Socojars è il risultato di anni di sperimentazione e validazione sul mercato, perché il mercato alimentare è molto delicato, per problemi sociali ed etici e per i danni che un’azienda deve sostenere di fronte a un fallimento sul packaging. Socojars è in realtà il brand del prodotto realizzato dall’azienda Socopet, nata nel 2015 per industrializzare questa innovazione, che ha alle sue spalle l’azienda storica Socoplas, produttrice dal 1963 di flaconi e tubetti in plastica per il settore chimico-farmaceutico, cosmetico e alimentare. Il know-how e l’hardware dei macchinari che avevamo alle spalle e la tecnologia già testata, ci hanno permesso di essere la prima startup industriale che ha creato cassa sin da subito, producendo e vendendo su commessa.
Quanto i clienti sono pronti a fidarsi dell’innovazione portata da Socojars?
Gran parte del mio lavoro, spesso, è dedicato alla rassicurazione del cliente, e parlo anche di grandi aziende del settore alimentare in cui non sempre si conosce il potenziale dei macchinari in possesso e che sarebbero in grado di implementare la tecnologia di Socojars attraverso modifiche non sostanziali alla linea di riempimento. Ma ci sono anche casi di massima fiducia, come è successo con un’azienda turca che produce oltre 100 milioni di bottiglie di ketchup all’anno. Il suo reparto di R&S, fatto di quasi 30 persone, cercava una soluzione equivalente a Socojars e così abbiamo stretto un accordo di licenza sulla tecnologia, con una fee annuale, che ne regola l’utilizzo in Turchia, Azerbaigian e Iraq.

Come si è chiuso il 2017 e quali sono gli obiettivi per il 2018?
Abbiamo prodotto 15 milioni di bottiglie di ketchup, 3 milioni di vasi di gelati e 2 milioni di vasi di mostarda. Adesso però vogliamo realizzare nuovi progetti ed è per questo che abbiamo deciso di attivare una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd che, grazie alla recente autorizzazione di Consob, ha coinvolto anche piccole medie imprese “tradizionali”, oltre che innovative. Abbiamo raggiunto l’overfunding ed è un risultato molto importante per una startup industriale, in uno scenario dominato da startup attive nel digitale. I fondi raccolti ci serviranno a raggiungere tre obiettivi principali: nuovi investimenti in stampi e macchinari e il consolidamento di una rete commerciale, per seguire e rispondere alle esigenze dei clienti. Terza milestone: utilizzare Socojars per i prodotti soggetti a pastorizzazione, come gli omogeneizzati o la passata di pomodoro, attraverso una tecnologia da applicare prima del riempimento del contenitore e che possa sostituire la pastorizzazione stessa, trattamento che danneggia il prodotto a livello organolettico.