Sono riusciti a prendere il controllo del satellite Moonlighter del governo americano e hanno ottenuto 50mila dollari messi in palio dalla Space Force e dall’Air Force degli Stati Uniti
Un team tutto italiano composto da 60 hacker “etici”, tra allievi ed ex studenti di diverse università – una ventina dei quali del Politecnico di Milano – è riuscito a vincere l’ambito premio “Black Badge”, il più alto riconoscimento assegnato dalla convention Def Con Las Vegas. Oltre alla grande soddisfazione, questi giovani talenti si sono aggiudicati 50mila dollari messi in palio dalla Space Force e dall’Air Force degli Stati Uniti. Un risultato eccellente per i cinque team italiani che nel 2018 hanno deciso di unire le forze per provare a conquistare la qualificazione alla Def Con.
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Come hanno ottenuto il premio
Dopo 48 ore di lavoro no-stop, e grazie al cambio di strategia elaborato nella notte, il team di Mhackeroni è riuscito a prendere il controllo del satellite Moonlighter del governo americano e a vincere Hack-a-sat, la prestigiosa competizione internazionale dedicata alla sicurezza informatica.
Quest’anno, per la prima volta, la competizione prevedeva di operare non con un simulatore ma con un vero e proprio satellite, il Moonlighter. E non verranno mai incriminati per la “violazione”, perché di violazione non si è trattato dato che l’operazione era concordata proprio con le autorità americane. Proprio così: è stato lo stesso governo americano a voler lanciare in orbita il satellite Moonlighter per testare i loro sistemi di sicurezza e scovare eventuali lacune. La competizione, iniziata l’11 agosto, si è conclusa 48 ore dopo con la pubblicazione delle fotografie scattate dai tre finalisti dal satellite. I complimenti sono arrivati anche dallo stesso Dipartimento dell’Air Force americano.
Gli altri premiati
La gara, che si è svolta a Las Vegas, ha visto come finalisti cinque gruppi hacker, qualificati dopo un round di eliminazioni tra centinaia di team di tutto il mondo.
Oltre al team italiano, i vincitori di questa edizione sono stati, al secondo posto, i polacchi “Poland can into Space”, al terzo gli svizzeri “PFS”, al quarto i tedeschi “Krautsat” e al quinto gli americani “SpaceBitsRUs”.