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Prima in anticipo, con il regolamento nazionale sul crowdfunding (equity e landing) approvato addirittura nel 2014. Adesso in ritardo, con quello europeo – per la precisione il 1503 del 2020 entrato in vigore lo scorso autunno – a cui manca un pezzo essenziale per poter divenire operativo anche nel nostro paese. In realtà il regolamento, come quello generale che si occupa di privacy che si applica dal 2018, non prevede un vero recepimento come le direttive, essendo immediatamente operativo in tutti i paesi dell’Unione. Eppure al governo spetta la responsabilità di designare un’autorità nazionale che dovrà concedere le autorizzazioni di nuovo tipo alle piattaforme italiane od operanti in Italia, sia quelle già attive che quelle future. Senza quel tassello, il regolamento è di fatto bloccato.

La scadenza del 10 novembre

Per quanto in un periodo transitorio, il tempo stringe. Entro il 10 novembre anche l’Italia dovrà disporre di questa autorità che consente alle piattaforme italiane di accedere al mercato unico europeo anche per questo settore, che altrimenti rimarrebbe loro inaccessibile, così come di operare in quello interno. L’assurdità è che altri paesi, come Francia o Spagna, che hanno già varato le proprie autorità possono emettere autorizzazioni e dunque in teoria da novembre – se la questione non si sbloccherà – consentire a piattaforme estere di operare anche in Italia. Mentre quelle nazionali rimarrebbero ferme, in una situazione a dir poco kafkiana. Come segnalava Wired Italia si potrebbe trattare della Consob così come di qualche ente collegato al ministero dell’Economia, oppure di un’agenzia nuova di zecca. L’importante è che entri in funzione al più presto possibile e che le sue procedure, stimate in tre mesi, siano rapide. Soprattutto, che si possa effettuare una sorta di “rolling review”, autorizzando in tempi rapidi le piattaforme già operative per poi passare all’analisi dei requisiti in base al regolamento europeo.

Quanto vale il crowdfunding in Italia

Lo scorso anno, stando ai numeri dell’Osservatorio dedicato della School of management del Politecnico di Milano, i finanziamenti erogati a startup, aziende e imprese in questa modalità ammontavano a 503.7 milioni di euro (dati al 30 giugno 2021), con una crescita del 172% rispetto ai 12 mesi precedenti, nei quali si era già registrato un raddoppio per il secondo anno di fila. Sono soldi che rischiano di andare altrove se questo canale non dovesse rapidamente allinearsi alle richieste del regolamento Ue.

Giudici, Mamacrowd: “Puntare sulla Consob”

Ma quale potrebbe essere la soluzione ideale per rendere subito  operativo il regolamento? “A mio avviso c’è già un ente esistente, cioè la Consob, che ha le competenze idonee a rendere operativo il regolamento e che può agire di concerto con l’Unione Europea – spiega Dario Giudici, Ceo di Mamacrowd, a StartupItalia – Mamacrowd è la principale piattaforma per investimenti in equity crowdfunding in Italia, noi come altri operatori del settore siamo a disposizione della Consob o di qualsiasi altro ente si occuperà di questo processo regolatorio per mettere a fattor comune le esperienze e il know-how che abbiamo con l’obiettivo di accelerare le procedure”.

Dario Giudici Mamacrowd

Ma cosa si rischia se non si sblocca rapidamente la situazione?Premettendo che non è stato ancora definito cosa comporterebbe un ritardo nell’attuazione del regolamento europeo, posso immaginare che ci sarà comunque una fase transitoria che consentirà a noi operatori di adeguarci alla norma continuando ad operare – aggiunge Giudici – il rischio è più che altro legato alle tempistiche: se le piattaforme italiane arrivassero in ritardo ad adeguarsi al regolamento europeo, potrebbero essere penalizzate nella competizione con gli operatori europei. Per questo è fondamentale agire con rapidità e con indicazioni chiare che ci consentano di continuare a fornire un servizio per le aziende alla ricerca di capitale e per gli investitori che stanno cercando di diversificare il proprio portafoglio. Soprattutto in questa fase in cui il mercato sta tornando ad essere attivo dopo i due anni di pandemia, bisogna saper cogliere ogni opportunità nelle giuste tempistiche”.

Fabris, Lemonway: “Ritardo grave che può influenzare il mercato nazionale”

Sebbene l’Italia sia stata tra le prime ad applicare una normativa locale sul crowdfunding e nonostante il paese disponga di un mercato in crescente sviluppo “si trova in una situazione di grave ritardo che potrebbe influenzare l’intero mercato nazionale – racconta invece Luca Fabris, Senior sales representative ed esperto Lemonway per il mercato italiano – come ogni altro Stato membro dell’Ue, l’Italia deve nominare urgentemente un’autorità nazionale designata per il processo di autorizzazione, per stabilire norme provvisorie per il regime transitorio e per approvare le norme nazionali del commercio.  Dall’ultima comunicazione dell’Esma, autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, si deduce che solo le piattaforme che avranno presentato la domanda per le Escp, entro il primo ottobre 2022, potranno continuare il loro business durante il periodo transitorio. L’imperativo, quindi, è scegliere l’autorità, Consob o Banca d’Italia, probabilmente, per consentire alle piattaforme di avviare il processo di compliance e di affidarsi a esperti come Lemonway, per gestire questa attività adeguandosi alle nuove regole”.