Arriva in Italia il piccolo dispositivo per “arricchire” gli altoparlanti che già abbiamo con le caratteristiche dell’assistente digitale di Seattle
Si chiama Echo Input ed è un dispositivo che consente di aggiungere le capacità dell’assistente Alexa di Amazon a quegli speaker che non ne dispongono. Cioè alla maggior parte, a ben vedere. Tramite il cavo audio da 3,5 mm incluso o via bluetooth Input, sottile e discreto (appena 12,5 mm) si può piazzare ovunque senza troppi problemi, costa poco e serve appunto a dare il cervello dell’assistente di Seattle ai gadget che non ce l’hanno.
Trasforma in smart gli speaker che già abbiamo
Dunque è un dispositivo progettato per trasmettere il suono attraverso uno speaker esterno, a cui fornisce le feature di Alexa, senza riprodurre alcunché autonomamente. Insomma, Input è un po’ quel che Firestick o Chromecast di Google sono per le tv: trasformano in smart un altoparlante magari di qualità ma che non può rispondere ai nostri comandi vocali. Né aiutarci nelle incombenze quotidiane.
Gli utenti possono preordinarlo a 39,99 euro con consegna a partire dal 30 gennaio. Monta quattro microfoni che consentono di accedere ad Alexa da qualsiasi punto della stanza, anche durante la riproduzione della musica. Basta chiedere per esempio “Alexa, dimmi le ultime notizie” e l’assistente risponderà alle domande, riprodurrà la musica, leggerà le news, controllerà la casa intelligente, aggiungerà voci alla lista delle cose da fare e farà tutto quello che le “skill”, le app vocali, le consentono di fare.
Un Echo non disturba l’altro
C’è anche la modalità in multiriproduzione: se vengono collegati a Echo Input gli speaker possono essere aggiunti a un nuovo gruppo di riproduzione Musica multi-stanza oppure a uno già esistente, dando cioè vita a una riproduzione in streaming sincronizzata tra alcuni ambienti o in tutta l’abitazione. Infine, per non fare confusione, quando ci sono più dispositivi Echo a portata di ascolto la tecnologia Echo Spatial Perception di Amazon calcola in modo intelligente la chiarezza della voce e determina quale speaker sia il più vicino per rispondere alla richiesta. Evitando dunque irritanti e caotiche sovrapposizioni rispetto all’utente che formula il quesito e “risvegliando” correttamente Alexa dallo stand-by.