Dal London Stock Exchange del 2016 al Parlamento inglese nel 2017, dove il 10 aprile 10 startup si presentano agli investitori. Cimminelli: «Forti dei trend di crescita e del successo della scorsa edizione, ci aspettiamo l’iniziativa possa offrire un importante valore aggiunto alle 10 startup selezionate»
Nel 2016 il 9 marzo 10 startup con founder Italiani selezionate da iStarter con l’aiuto dei principali attori del venture capital italiano, si sono presentate ad un pubblico di investitori. Era la prima edizione di Made in Italy 2.0.2.0: in quell’occasione le contrattazioni del London Stock Exchange sono state aperte da Simone Cimminelli, Managing Director di iStarter, l’acceleratore Italiano a Londra, che aiuta le migliori startup italiane a crescere nel mondo. Quest’anno la location non è meno prestigiosa, anzi. Il 10 aprile l’appuntamento è a Westminster, con un aperitivo di gala nel palazzo del Parlamento Inglese. Dieci startup si presenteranno di fronte a 100 persone fra investitori nazionali, internazionali ed equity partner di iStarter, e importanti fondi di investimento inglesi ed europei. Nel 2017, oltre alla tappa londinese, il Made in Italy 2.0.2.0 toccherà una seconda tappa a Pechino a ottobre e, a inizio gennaio 2018, si sposterà a New Work, dove iStarter si appresta ad aprire una nuova sede. Presenti alla giornata: P101 Ventures, United Ventures, Open Ocean, Investments arm of Channel4, Balderton, 01Ventures, First mile, Samsung, Accel, Ace&Company, EC1 Capital, MMCV Ventures, Channel 4, Vitruvian Communications, Investartone.
Il meglio dell’Italia digitale
«L’ecosistema italiano sta riducendo sempre di più il gap con l’Europa, le startup migliorano a vista d’occhio e gli investitori internazionali hanno iniziato ad accorgersene – ha dichiarato Simone Cimminelli – forti dei trend di crescita e del successo della scorsa edizione, ci aspettiamo l’iniziativa possa offrire un importante valore aggiunto alle 10 startup selezionate». iStarter ha scelto uno dei simboli inglesi più prestigiosi per presentare il meglio dell’Italia digitale agli investitori internazionali. «Questo evento – ha aggiunto Cimminelli – è il nostro piccolo contributo per dimostrare che il rapporto tra Italia e Regno Unito è solido come non mai. Da italiani che vivono e lavorano a Londra, affrontiamo con fiducia questo momento di incertezza legato al risultato del voto sulla Brexit». Per Antonio Chiarello, Amministratore Delegato per l’Italia di iStarter «l’Italia è un paese pieno di giovani talenti in grado di portare innovazione tecnologica in tutti i settori nei quali il Made in Italy è tanto famoso e riconoscibile, dal food alla moda, al turismo – ha detto – con questa iniziativa vogliamo fare in modo che il mondo finanziario internazionale conosca di persona le eccellenze e i talenti che l’Italia è in grado di “produrre” e far si che gli investitori di tutto il mondo tornino a guardare al nostro Paese con interesse e a investirvi».
Le 10 startup selezionate
Il processo di selezione si è articolato in due fasi. Prima una lista di 35 semifinalisti frutto delle segnalazioni dei principali Venture Capital ed Angels. «Abbiamo ottenuto un incredibile supporto da parte dell’ecosistema italiano in tutto il processo di selezione – spiega Cimminelli – dalle 35 semifinaliste, il board di iStarter, con il supporto di alcuni Equity Partner, ha selezionato le 10 finaliste che presenzieranno all’evento di Londra. «Tutte e 35 meritavano di essere sul palco. La scelta è stata fatta cercando di privilegiare i progetti che crediamo possano avere maggiore appeal per investitori anglosassoni». BeMeEye, Charity Stars, Chatsim, Debut, Eucardia, Primo, Soldo, Viniexport, Worldz, Velasca: queste le startup scelte per Westminster.
I numeri delle 10 startup
19 milioni di euro
il fatturato aggregato atteso dai 10 progetti nel 2017
25 milioni di euro
il capitale raccolto finora dalle 10 startup
2011
l’anno di nascita della startup più matura, BeMyEye
5
startup su 10 sono nate del 2015. 3 nel 2013. 1 nel 2012 e 1 nel 2011
6
startup sono B2B. 4 B2C
Tutte le startup hanno management (spesso il ceo) e founder italiani