La ricetta per l’immortalità esiste. O almeno, c’è chi è convinto di poterla trovare. Del resto, poco tempo fa, lo storico israeliano Yuval Noah Harari ha sostenuto che, nel 2050, «chiunque sia in buona forma fisica e abbia un buon conto in banca potrà avere una reale opportunità di sconfiggere la morte», grazie a ingegneria genetica, medicina rigenerativa e nanotecnologie.


Ma, al di là di queste previsioni, la ricerca dell’elisir di lunga vita ha dei costi esorbitanti. E chi se non i colossi dell’hi-tech potrebbe permettersi di sborsare cifre a nove zeri per questa ricerca? E infatti il mito dell’immortalità, che da sempre affascina l’uomo, sta spingendo ora i guru della Silicon Valley e, in generale, gli uomini più ricchi del pianeta, ad investire risorse nella ricerca di una soluzione per allungare la vita.
Ricordate cosa ha fatto Google? Nel 2013 il CEO Larry Page ha lanciato Calico, abbreviazione di California Life Company. Società che ha, tra i suoi obiettivi principali, proprio la lotta all’invecchiamento.
Zuckerberg e il business dell’immortalità
«La nostra missione – si legge sul sito – è sfruttare tecnologie avanzate per aumentare la nostra comprensione della biologia che controlla la durata della vita». Non solo. In una recente intervista, l’ingegnere capo di Google Ray Kurzweil si è spinto oltre, dichiarando che dal 2029 si potrà vivere per sempre. Ecco perché qualche tempo fa: Bloomberg Markets titolava “Google Wants You to Live Forever”.
La sfida è stata accolta anche dal creatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che ha investito cifre enormi nella ricerca scientifica dedicata all’allungamento della vita. Insieme a sua moglie Priscilla Chan sta portando avanti la Chan Zuckerberg Initiative: tre miliardi di dollari in dieci anni a BioRxiv, per la cura e la prevenzione di tutte le malattie.
BioRxiv è una piattaforma web dedicata alla pubblicazione preliminare e liberamente accessibile degli articoli scientifici su temi biologici. L’idea è proprio quella di facilitare la circolazione e la condivisione delle informazioni, così da velocizzare anche il ritmo della ricerca e la comprensione delle malattie.
Intelligenze Artificiali e trasfusioni di sangue
Ma, negli ultimi tempi, si moltiplicano gli esempi illustri: da Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, che ha donato centinaia di migliaia di dollari agli studi sulle terapie allunga-vita, fino al magnate russo Dmitry Itskov, che punta a diventare immortale entro il 2045 trasferendo la sua personalità in un avatar dotato di cervello.

Sempre Itskov è il padre di un’altra idea visionaria ed eticamente molto controversa: la possibilità di effettuare, post-mortem, un upload della mente e della personalità umana in un computer. Continueremmo così a vivere solo in rete, sotto forma di ologrammi.
Uno scenario da film di fantascienza, è vero. Ma, quel che è certo, è che la corsa verso l’immortalità è appena iniziata. E se pensate che questi progetti non vedranno mai la luce, vi diamo una notizia. C’è già chi, per tentare di regalarsi una longevità senza precedenti, si sta affidando alla “parabiosis”. Di cosa si tratta? Stiamo parlando di trasfusioni di sangue da persone più giovani. Tra i suoi utilizzatori c’è anche Peter Thiel, co-fondatore di Paypal, che sembra aver pianificato di vivere almeno 120 anni. A quanto pare infatti la trasfusione di sangue giovane – sperimentata a suo tempo sui topi – si sarebbe rivelata utile nel riparare i tessuti e rallentare l’invecchiamento. A fornire il servizio è la società Ambrosia di Jesse Karmazin. Il prezzo? 8mila dollari a trasfusione. Una cifra accettabile per comprare la vita eterna.