L’annuncio della collaborazione con la nuova associazione degli autori ed editori sdogana l’operato dell’azienda fondata da Davide D’Atri
Il cammino è stato lungo, ma si è concluso: dall’anno di fondazione, il 2011, a oggi passando per le adesioni che hanno fatto rumore come quella di Gigi D’Alessio e Fedez, Soundreef conclude finalmente il percorso che la vede ora operare in Italia pienamente legittimata dal quadro normativo del nostro Paese. Con i decreti collegati alla legge di stabilità varata dal Governo a fine 2017 si rompe definitivamente il monopolio SIAE sul diritto d’autore: e la nascente alleanza tra la stessa Soundreef e LEA (Liberi Editori Autori) crea le condizioni per varare un nuovo corso del settore anche in Italia.
La liberalizzazione finale
Il 2018 si apre quindi sotto i migliori auspici per Soundreef: nuovi iscritti, artisti del calibro di Enrico Ruggeri, J-Ax e il collettivo 99 Posse, si uniscono ai già citati Fedez, D’Alessio, a Fabio Rovazzi, Nesli, Maurizio Fabrizio e tanti altri. Sono ormai 11mila gli iscritti Soundreef, tutti hanno scelto di puntare su una startup che ha messo la questione tecnologica al centro dei servizi che offre: “A loro va il nostro ringraziamento – ci dice Davide D’Atri, CEO Soundreef, commentando la notizia di oggi – Abbiamo sempre lavorato con loro, siamo arrivati a 11mila iscritti con una crescita del 25 per cento negli ultimi 12 mesi: a tutti loro oggi diciamo grazie”.
Il passaggio finale dell’iter legislativo ha visto il recepimento della Direttiva Barnier del 2014 anche dal quadro normativo italiano: ad accelerare i tempi è stata di fatto la stessa Soundreef, che si è trovata suo malgrado al centro di una vicenda di compensi per diritto d’autore relativi ai concerti di Fedez che l’organizzatore aveva pagato a SIAE soltanto. A marzo scorso il Governo aveva inserito nel d.l. n.35/2017 le regole necessarie a recepire la direttiva europea, limitandone però l’applicazione ad intermediari no profit (e confermando tale impostazione nella legge di bilancio, in particolare nel decreto fiscale 148/2017): da qui la nascita della collaborazione con LEA, che rende definitivamente legittimo il lavoro di Soundreef.
Il doppio passaggio LEA-Soundreef comporta un po’ di complicazioni, forse inutili, sul piano pratico: ma LEA impiegherà la tecnologia Soundreef per la rendicontazione analitica, e rapida, che la startup fondata da Davide D’Atri propone e impiega già per i suoi iscritti che non vedranno in alcun modo scalfiti i propri compensi. E, soprattutto, LEA opera in piena legittimità nel quadro normativo italiano: dunque non ci saranno più scuse che tengano per ritardare o negare i pagamenti agli artisti Soundreef, che saranno rappresentati da LEA a cui spetterà ovviamente anche il ruolo di monitoraggio che fin qui ha svolto soltanto SIAE.
La soddisfazione di Soundreef
“Una giornata storica, questa è una giornata storica – dice a StartupItalia! Davide D’Atri – Finalmente finisce, crolla il monopolio SIAE: una piccola società nata con appena 85mila euro di investimenti, un piccolo gruppo di persone che abbatte un monopolio centenario in Italia, un paese in cui troppo spesso si dice che non si riesce mai a cambiare niente”.
Quello che accadrà adesso sarà l’avvio di una fase complessa, di transizione tra il vecchio e il nuovo assetto del mercato del diritto d’autore: “Per noi questo è un momento di arrivo, abbiamo abbattuto il monopolio e ne siamo orgogliosi – prosegue D’Atri – Ma vediamo questo anche come un momento di partenza: passando da un mercato monopolistico a quello che di fatto è un mercato libero nascono problemi legati a questa transizione, e questi problemi andranno risolti con un confronto tra vecchi e nuovi operatori e con la collaborazione delle autorità proposte a controllo e vigilanza”.
Qui il CEO di Soundreef solleva un punto fondamentale: alla luce di queste novità annunciate oggi si presenta una situazione inedita per il mercato italiano del diritto d’autore, ovvero quella in cui ci sono almeno due soggetti pienamente legittimati a operare per nome e per conto di chi rappresentano. Sarà determinante in questa fase, e nel prosieguo, l’operato di AGCOM: all’authority spetta un ruolo sia nel verificare il rispetto delle regole, ma pure nel contribuire a chiarire come venire a capo di eventuali questioni tecniche e pratiche che sorgeranno nei prossimi giorni e settimane.
Lo stesso D’Atri formula di fatto un appello rivolto proprio ad AGCOM: “Ci sono due aspetti sui quali riteniamo che le istituzioni preposte si debbano esprimere urgentemente: la prima è relativa alla raccolta dei compensi di autori non più iscritti a SIAE, quest’ultima non può più continuare a raccoglierli. Si tratta di una situazione eticamente inaccettabile. E poi – conclude – è importante supportare e guidare gli utilizzatori in questa delicata fase di transizione: magari con la creazione di un tavolo tecnico che chiarisca una volta per tutte le condizioni con cui operare sul mercato”.