Il titolo di Ghost Town Games con tutte le sue campagne e folli comande
Lo avevamo già recensito per la console di Sony. Questa volta, invece, abbiamo provato Overcooked! All You Can Eat sull’ibrida di casa Nintendo, rituffandoci tra pentole, comande e mille corse. Possiamo assicurarvi che il divertimento è assicurato anche in versione portatile. Sviluppato da Ghost Town Games, questo party game è un vero toccasana per chi tra 4 Ristoranti e Masterchef adora l’intrattenimento a tema cibo. Pubblicato da Team17, una vera e propria garanzia quando si tratta di titoli frizzanti, Overcooked! All You Can Eat è niente male anche in single player, con più di un cuoco da tenere a bada per far sì che tutti gli ordini vengano fatti uscire dalla cucina in tempo.
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Overcooked! All You Can Eat: mostri da saziare
Overcooked! All You Can Eat è un gioco per tutti i palati: c’è spazio per chi adora la cooperativa in locale e online – cucinare insieme, ad alcuni, piace assai – così come per i più agguerriti che avranno la possibilità di sfidare altri chef. Ma il piatto forte, a nostro avviso, resta la campagna che servirà ai videogiocatori un’avventura a tappe per difendere il Regno delle Cipolle in due avventure con tanti ingredienti e sale e pepe qb. Il divertimento in titoli del genere sta soprattutto nella frenesia e nella pila di piatti da consegnare al carrello affinché vadano in sala.
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Stagioni su stagioni di Hell’s Kitchen ci hanno mostrato quanto lavorare in cucina non sia una vera e propria passeggiata di salute. Ecco allora che, dopo una cocente sconfitta a inizio campagna, verremo accompagnati in una macchina del tempo per farci le ossa su piazze culinarie decisamente più abbordabili. I nemici da sconfiggere in Overcooked! All You Can Eat sono la Perenne Famelica e il Pane Malfermo, creature orripilanti che andranno saziate. Ogni livello della campagna – oltre 200 – avrà un tempo limitato e una sequenza di comande da rispettare: il difficile sta proprio nel gestire i nostri cuochi, passando da uno all’altro, per risparmiare secondi preziosi senza lasciare nessuno con le mani in mano. La grafica è arcade e non troppo esigente, ma comunque apprezzabile nella caratterizzazione dei personaggi a tema culinario.
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“È crudo!”. Mano a mano si migliora
Le variabili da tenere sotto controllo sono prevedibili, ma per nulla banali. Se siete impegnati con uno stufato di cipolle bisogna fare attenzione che non si bruci; se un piatto ha preso la direzione della sala tornerà presto tutto sporco e occorrerà lavarlo; se manca qualche ingrediente in pentola dobbiamo correre in dispensa e andare poi a tagliarlo per bene. Insomma l’inferno regala ai gamer la giusta adrenalina. Con una comoda visuale dall’alto si ha tutto sott’occhio e, mano a mano che la campagna prosegue, è facile diventare più abili (e crudeli) nel dare le direttive.