Da una software house indie un platform calmo e colorato
Le realtà indie, a volte, sanno sorprendere per la cura dei dettagli. Backworlds, titolo appena arrivato su Nintendo Switch dopo che lo scorso anno era sbarcato su Steam, è stato sviluppato in quasi un decennio (nove anni per l’esattezza) dai ragazzi di Logic Ember, software house fondata da due veterani del settore come Juha Kangas e Anders Ekermo. Tanto tempo ci è voluto per disegnare e riprodurre su codice una grafica vivace, quasi colorata a pennarello. Il videogioco sfrutta al meglio la natura touch della console ibrida di Nintendo perché dà la possibilità al gamer di interagire con l’ambiente di gioco, mutandolo a seconda delle esigenze. Come con un colpo di pennello la natura rigogliosa e sgargiante cambia aspetto e mostra un’altra dimensione. Grigia, ma non per questo meno accogliente.
Leggi anche: A Day Without Me: una startup ci lascia soli al mondo, a risolvere enigmi
Backworlds: l’unione di due mondi
Backworlds è un platform che utilizza logiche da puzzle game. Spostando una creatura che può ricordare un gatto (o uno stregatto), il giocatore avanza in una mappa a scorrimento verticale e orizzontale, senza ansia o la fretta del tempo che scorre. Per procedere è necessario raccogliere delle entità informi che contengono nuvole di colori e, per farlo, occorre industriarsi e capire come sfruttare il mondo a colori e quello in bianco e nero. Non ci sono nemici, soltanto altre creature che potranno metterci il bastone tra le ruote. La morte, però, non è contemplata.
Leggi anche: Lair of the Clockwork God: gli sviluppatori “entrano” nel loro stesso videogioco
Utilizzando la croce direzionale per spostarsi (forse sarebbe stata più comoda lo stick), il gameplay è facile e immediato. Per risolvere i puzzle, spesso, non servirà soltanto cancellare e ricreare piattaforme, ma anche sfruttare condizioni atmosferiche, come il vento. Le cose potrebbero farsi davvero enigmatiche, ma Backworlds non scade mai nella frustrazione. Se passare al mondo in bianco e nero è facile (basta scorrere il dito sullo schermo) ricomporre quello a colori risulta un pelo macchinoso, in quanto occorre tenere premuto ZR e manovrare il pennello magico con lo stick.
Leggi anche: The Great Perhaps: su PS4 una startup russa denuncia gli orrori dell’URSS
Al netto di tutto questo, Backworlds convince per sviluppo e originalità. Il prodotto indie si va dunque ad aggiungere a quella lunga lista che, su The Next Tech, si allunga di settimana in settimana. Raccontare queste software house significa testimoniare lavori lunghi e faticosi, che portano valore all’industria videoludica e, stando anche agli ultimi dati di IIDEA, crescita e occupazione.