Con un tavolo bilaterale che si riunirà due volte all’anno, Washington e Pechino cercano soluzioni su questioni commerciali e di investimento sul tema dei microprocessori
Si è concluso con l’avvio di un gruppo di lavoro bilaterale l’incontro tra il segretario al Commercio statunitense, Gina Raimondo, e il suo omologo cinese, Wang Wentao. Cercare soluzioni su questioni commerciali e di investimento è la mission che con questo tavolo le due superpotenze intendono portare avanti. Ma la nuova collaborazione segnerà davvero la fine della guerra dei chip tra i due Paesi? Solo il tempo saprà fornirci delle risposte, nel frattempo quello che è certo è che i team, americano e cinese, si riuniranno due volte l’anno a livello viceministeriale: il primo incontro è già fissato all’inizio del 2024 negli U.S.A.
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Il tavolo bilaterale
Tra i temi all’ordine del giorno, oggetto di analisi e discussione al nuovo tavolo bilaterale, c’è l’approvvigionamento dei chip. Nell’incontro a Pechino, il segretario Raimondo ha affermato di ritenere “profondamente importante” che le parti “abbiano una relazione economica stabile”. Pechino, ha replicato Wang, è pronta a lavorare per “promuovere un contesto politico più favorevole per una cooperazione più forte” tra le imprese, rafforzando “il commercio e gli investimenti bilaterali”. Nello specifico, il tavolo di lavoro si occuperà di istituire un nuovo gruppo che si occupi di questioni commerciali con mansioni di consultazione e che coinvolga funzionari governativi americani e cinesi oltre a rappresentanti del settore privato per cercare soluzioni su questioni di commercio e investimenti e per promuovere gli interessi commerciali degli Stati Uniti in Cina; avviare lo scambio di informazioni sul controllo dell’export; convocare esperti in materia da entrambe le parti per discutere del rafforzamento della protezione dei segreti commerciali e delle informazioni commerciali riservate durante le procedure di licenze amministrative; comunicare regolarmente su questioni commerciali ed economiche e incontrarsi di persona almeno una volta all’anno. Le buone intenzioni, a quanto pare, ci sono tutte, sarà davvero questa la svolta?