Mohammad bin Salman vuole dipendere sempre meno dalle fonti fossili. Negli anni il fondo PIF ha comprato quote dei giganti del gaming
Su StartupItalia stiamo seguendo da tempo le notizie che arrivano dall’Arabia Saudita, dove gli investimenti sui videogiochi continuano ad avanzare. L’ultimo aggiornamento riguarda Savvy Gaming Group, controllato dal Fondo di Investimento Pubblico (PIF) direttamente collegato al principe ereditiero Mohammad bin Salman: la società ha aumentato le proprie quote in Electronic Arts, software house statunitense e tra le più importanti a livello globale. Da 16,01 milioni di azioni è passata a 24,81 milioni come riporta Multiplayer.
A inizio aprile Bloomberg ha pubblicato un articolo nel quale si spiega il piano a lungo termine di Riad: investire 38 miliardi di dollari per costruire un hub videoludico di risonanza mondiale. L’Arabia Saudita sta investendo su videogiochi, smart city e startup con l’obiettivo di rendersi meno dipendente dalle fonti fossili, soprattutto osservando quanto succede in giro per il mondo dove l’innovazione sta rendendo l’energia rinnovabile più diffusa e conveniente.
Leggi anche: C’è un fondo saudita che sta investendo miliardi nel mondo dei videogiochi
Savvy Gaming Group ha investito negli anni in diverse software house in giro per il mondo: Capcom (Resident Evil), Activision Blizzard (Call of Duty), Take-Two Interactive (che controlla 2K e Rockstar Games), VSPO (realtà cinese specializzata in eventi di esport), Nexon e Nintendo.
Quando si parla di Arabia Saudita e dei suoi piani per puntare sull’innovazione non si può tuttavia tralasciare le enormi lacune sul fronte della democrazia e della tutela dei diritti umani. Se è vero che il Paese sta puntando su ambasciatori globali del calibro di Cristiano Ronaldo (calciatore dell’Al-Nassr FC) – e sembrerebbe presto in arrivo pure Leo Messi – la monarchia assoluta continua a governare il paese imponendo la legge islamica e perpetrando ingiustizie accertate da diverse organizzazioni come Amnesty International.