Una avventura punta e clicca oscura e inquietante che segna l’ingresso nel mondo dei videogiochi della startup innovativa romena Darkania Works
Potrebbe essere la versione romena e horror di Parenti serpenti, capolavoro crudo e affilato come solo Mario Moniicelli sapeva essere, questo Last Days of Lazarus, che analogamente manda in scena una riunione natalizia tra familiari che certo non si amano troppo, vincolati da legami di sangue che nel giro di poco vengono spezzati nel modo peggiore, tra omicidi e suicidi.
L’avventura punta e clicca che segna l’ingresso nel mondo dei videogiochi della startup innovativa romena Darkania Works è volutamente oscura e venefica e certo ciò che nasconde la casa di famiglia mal collima con le decorazioni e le lucine natalizie che decorano gli scenari che dovremo battere a palmo a palmo, nel tentativo di aiutare il protagonista della vicenda, Lazarus, a far luce sul misterioso suicidio della madre e sull’altrettanto inquietante omicidio della sorella, Lyudmila, che il nostro alter ego aveva raggiunto, senza troppo entusiasmo, per Natale.
E dato che l’eroe della storia si chiama Lazarus, inutile dire che anche il suo destino non sembra più favorevole. Last Days of Lazarus gioca col fruitore divertendosi a opprimerlo a colpi di trame malate e contorte, personaggi disturbati e situazioni disturbanti. Ma, soprattutto, gli sviluppatori ben ricreano il grigiore di un Paese dell’Est Europa rimasto a lungo sotto il giogo dell’URSS.
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Allo stesso modo abbiamo apprezzato il florilegio di miti, leggende, religioni che imbrigliano il tutto, tra sette e riti oscuri. Non è tutto perfetto. Come si anticipava fin nel catenaccio, siamo al titolo di debutto di questa software house indipendente e, viste anche le risorse limitate, occorre dunque procedere con la dovuta clemenza. Ma, appunto, i difetti ci sono e alcuni rendono piuttosto frustrante l’aspetto meramente ludico, come per esempio la difficoltà nel rintracciare gli oggetti dei fondali (peraltro bellissimi) col cursore, capace di rendere ogni ricerca un supplizio.
La medesima difficoltà purtroppo non è presente dove l’avremmo attesa, ovvero nella risoluzione degli enigmi, alcuni anche ben congegnati, la cui soluzione viene però puntualmente “telefonata” dagli stessi sviluppatori, che suggeriscono dove usare cosa. Niente che non si possa attutire con una patch sostanziosa, comunque. Sul fronte meramente narrativo, invece, non sempre la trama e i personaggi di Last Days of Lazarus risultano convincenti e approfonditi, ma questo è più un giudizio personale.
Quello che possiamo affermare con sicumera, invece, è che l’aspetto grafico è assai gratificante: gli interni specialmente sono curati in modo quasi maniacale e abbondano di particolari. Convincenti poi gli effetti di illuminazione che riescono a donare al tutto un formato cinematografico. I personaggi non sono altrettanto fotorealistici, anche per via di alcune animazioni un po’ rigide, ma il risultato globale è comunque di pregio. Molto inquietanti i mostri, che sembrano trarre ispirazione dalle opere di Poe. Insomma, al pari delle sue ambientazioni che abbondano di contrasti cromatici dovuti all’illuminazione, anche Last Days of Lazarus è un gioco “luci e ombre”: alcuni aspetti sono convincenti, altri sicuramente meno. Di certo sentiremo ancora parlare di questi ragazzi, che maturata la dovuta esperienza saranno in grado di sfornare titoli capaci di giocarsela direttamente con quelli delle software house più grosse e affermate.