Beats Studio Buds, compagne inseparabili per call, gaming e tempo libero

Resistenti all’acqua e al sudore, le Beats Studio Buds supportano l’audio spaziale: per questo possono essere utilizzate non solo per le call di lavoro (la cancellazione attiva del rumore, ANC, blocca i rumori ambientali indesiderati), ma pure mentre si corre (la modalità Trasparenza permette di sentire ciò che accade intorno, pensata per chi usa gli auricolari soprattutto all’esterno, magari facendo jogging – del resto sono certificati IPX4, quindi possono essere usati per fare sport, senza paura di perderli durante il movimento), per ascoltare musica, seguire i film (compatibili con AppleTv) e per giocare con i videogames. Nelle chiamate, due microfoni beamforming bloccano sufficientemente bene i rumori ambientali e, in esterna, il fruscio del vento, permettendo a chi ascolta di sentire nitidamente la vostra voce. 

I Beats Studio Buds guardano soprattutto ai prodotti Apple, non richiedendo l’istallazione di ulteriori app per l’abbinamento, per il quale basterà un tocco, e Siri potrà essere richiamata in ogni momento ricorrendo al canonico comando vocale “Ehi Siri”. Gli utenti Android, invece, dovranno scaricare l’app Beats per accedere alle informazioni e alle funzionalità di contorno come i controlli integrati, il livello della batteria e per scaricare gli aggiornamenti del firmware. È possibile per esempio personalizzare la pressione prolungata su uno o entrambi gli auricolari per gestire le modalità di ascolto, attivare l’assistente vocale o controllare il volume.

Insomma, tutto perfetto? Non proprio. L’autonomia di questi auricolari è di circa 8 ore di ascolto, con due ricariche aggiuntive fornite dalla custodia di ricarica tascabile, ma nelle nostre prove si sono sempre fermati attorno alle sei ore, che non è male, ma vengono ampiamente superati da diversi modelli in circolazione. Inoltre, manca il sensore di identificazione dell’orecchio, quindi quando le si sfila dal proprio padiglione auricolare, non ferma la riproduzione del suono (irritante soprattutto quando si fa jogging) e, infine, la custodia ha solo la ricarica via filo. Limiti che da un lato non permettono al prodotto di competere coi più innovativi ma che dall’altro sono in qualche modo giustificati dal prezzo, attorno ai 150 euro.

Al netto delle mancanze appena evidenziate, le Beats Studio Buds si confermano una valida alternativa agli AirPods, riuscendo nel duplice tentativo di integrarsi perfettamente nell’ecosistema Apple funzionando, al contempo, molto bene anche su sistemi Android (sono, insomma, gli AirPods che mancavano a chi non ha un iPhone, considerato che la società che le produce è di proprietà Apple…). Comodi, funzionali e stilosi, questi auricolari strizzano l’occhio a una platea giovanile riuscendo comunque a offrire una buona qualità del suono trasmesso e inviato: non crediate, insomma, che puntino tutto solo sull’aspetto esteriore e sulle colorazioni (disponibili nei colori Nero, Bianco, Rosso Beats, Grigio Lunare, Rosa Tramonto e Blu Oceano) per essere venduti.