Lo abbiamo testato per Xbox Series X/S
Da free to play disponibile sullo store di Xbox, Century: Age of Ashes ha tutte le carte in regola per proporsi alla platea di gamer come titolo ideale al divertimento in compagnia. Sviluppato da Playwing, software house con sede in Francia a Bordeaux, il videogioco è disponibile anche per la next gen di casa Microsoft. Lo abbiamo testato per cercare di capire come è la sensazione di cavalcare un drago o, meglio, una viverna. Forse per molti non farà alcuna differenza, ma gli appassionati del mondo e letteratura fantasy saprebbero scodellare non poche caratteristiche che distinguono questa particolare tipologia di mostri alati. Sono senz’altro più sinuosi, eleganti, dalla forma allunga quasi fossero serpenti. Creature da guerra ideali per volare in picchiata e scagliarsi contro i nemici in arene stupendamente realizzate.
Century: Age of Ashes non ha una storia da raccontare. Tutto è votato al gameplay e al divertimento infuocato, senza indugiare su una trama di lotte inferocite che avrebbe comunque meritato, appagando la curiosità di chi con la lore di certi titoli va a nozze. Occorre invece accontentarsi: sono tre le classi di guerrieri tra cui possiamo scegliere e ciascuna porta in dote caratteristiche uniche. Il bello è che possiamo (e dobbiamo) mixare per scoprirne i vari poteri in battaglia (sia nei 3 contro 3, sia nei 6 contro 6).
Nel tutorial che ci accoglie abbiamo la possibilità di prendere dimestichezza con la nostra prima viverna, pilotandola in uno scenario montuoso, associabile immediatamente a un immaginario popolato da stregoni, eserciti di goblin e, appunto, draghi sputa fuoco. Ci viene insegnato come curvare, come accelerare, come agganciarci a un nemico da annientare e come recuperare stamina dopo uno scatto fulmineo sfiorando l’acqua di un mare ghiacciato.
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Il lavoro di creatività del team di sviluppo è stato stupefacente. Non soltanto nella caratterizzazione dei draghi – sono loro i veri protagonisti – ma anche nei dettagli che, magari rallentando, riusciamo a scorgere. A cominciare dall’acqua e dagli schizzi che produciamo quando ci gettiamo in picchiata; ma sono tanti altri i particolari che completano l’esperienza e la rendono davvero viva. Pur essendo un gioco di draghi da guerra, è piacevole soffermarsi per pochi istanti sulle arene di gioco, dove nulla sembra messo lì a caso.
Le modalità di gioco sono diverse e bastano per dare longevità a un titolo che, altrimenti, avrebbe potuto risultare ripetitivo. Oltre agli scontri tradizionali a squadre, c’è anche l’opzione Spoils of War, nel quale l’obiettivo è rubare oro al team avversario. Basta conoscere qualcosa di Tolkien per ricordarsi di quanto i draghi siano creature tanto temibili quanto avide di ricchezza. In Century: Age of Ashes non c’è spazio per buoni o cattivi: bisogna solo portare a casa il risultato. In Gates of Fire, altra modalità prevista, le squadre gareggiano per conquistare una bandiera.
Ogni mostro e personaggio possono essere editabili e potenziabili di volta in volta. E a proposito di personaggi, è importante soffermarsi sulle tre classi a disposizione: il Marauder è forza bruta allo stato puro, un guerriero che punta ad attaccare per primo; Windguard è la sua controparte più agile e astuta, al punto che può sfruttare nubi tossiche per stordire gli avversari e fornire uno scudo temporaneo agli amici in difficoltà; infine c’è Phantom, terrificante e col potere dell’invisibilità.
Per concludere possiamo senz’altro consigliarvi Century: Age of Ashes, un titolo versatile e che non vi richiederà un allenamento eccessivo prima di iniziare a padroneggiare l’arte dei draghi da combattimento. Il comparto audio fa il paio con il reparto grafico, regalando all’esperienza una spinta in più. L’aspetto che forse ci sarebbe piaciuto di più sperimentare è una maggiore interazione con l’ambiente: il fuoco che distrugge ha effetto soltanto sui nemici, mentre l’ambiente circostante pare ignifugo.