Dopo 25 anni la saga di Polyphony Digital sa ancora sorprendere?
Nei suoi 25 anni di storia, la saga automobilistica di Polyphony Digital ha dimostrato di non voler essere un semplice simulatore, ma molto di più: una vera e propria Bibbia dell’automotive. Un’autopedia, insomma. Quando si sviluppano titoli tanto verticali, però, il rischio è quello di veder diminuire la platea di riferimento a mano a mano che il proprio videogame “si specializza”. Con Gran Turismo 7, anche noto come GT7, la serie corsistica di Kazunori Yamauchi prova a riequilibrare il tutto: soddisfare gli appassionati che da un quarto di secolo acquistano le console di casa Sony essenzialmente per correre sulle auto virtuali di GT e accalappiare l’interesse dei neofiti. L’obiettivo sarà stato raggiunto?
Correndo come matti in Gran Turismo 7
Con oltre 400 auto, che spaziano dai grandi classici alle supercar più all’avanguardia, passando ovviamente per i bolidi di F1, le rombanti da rally e le normali utilitarie, da far sfrecciare lungo 90 tracciati che includono piste reali e circuiti cittadini, Gran Turismo 7 conferma ancora una volta la propria natura enciclopedica.
Non solo: non varia di fatto di una virgola la modalità principale che ci vedrà, per la settima volta, acquistare una vettura usata per iniziare a prendere dimestichezza coi comandi e poi investire i primi crediti vinti nelle competizioni in bolidi sempre più performanti. Il gioco, ahinoi, è piuttosto avaro, probabilmente per spingervi all’acquisto dei pacchetti presenti sullo store, che vanno da 2,49 euro per 100mila crediti a 10 euro per 750mila.
Il nostro consiglio, comunque, è ignorare le micro-transazioni, anche perché sebbene i crediti si vincano a fatica, ne vengono elargiti in numero maggiore se la propria guida è pulita, particolare, questo, che porta anche i più furbetti ad adottare un approccio corretto e non trasforma ogni competizione in un giro sugli autoscontri.
Visto che parliamo di sportellate, togliamo subito dal campo di gioco uno degli aspetti meno convincenti di Gran Turismo 7: la gestione dei danni. Purtroppo, dobbiamo registrare ancora una volta che non è credibile, né sul fronte visivo, limitandosi a borli e graffi non sempre compatibili col tipo di urto, né su quello delle conseguenze meccaniche. Pare impossibile che un gioco che riproduce maniacalmente i più insignificanti particolari dei cruscotti, della carrozzeria e perfino delle pinze dei freni non riservi la medesima attenzione alla gestione degli urti. Ma tant’è…
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In realtà, c’è un altro dettaglio che presta il fianco alle critiche: l‘IA degli avversari non compie grandi passi avanti rispetto al passato. Le auto della CPU tendono ancora a incolonnarsi senza mai combattere fra loro, a eccezione delle competizioni rubricate come Hot Chili in cui invece bisogna sudare per arrivare primi.
Non si capisce perché, invece di introdurre un più comodo livello di difficoltà ad hoc per i giocatori in cerca di sfide, gli sviluppatori nipponici abbiano preferito rinchiudere le competizioni maggiormente appaganti in appositi recinti. Che paiono quasi riserve per specie in via di estinzione, visto che le gare Hot Chili sono davvero poco…
Vi va un GT Café?
Fulcro delle nuove ambizioni del gioco è senz’altro l’inedita modalità GT Café, versione seriosa della Conversation Street di un altro GT, il Grand Tour di Amazon con Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May.
Si tratta di una sorta di club inglese, di quelli per soli gentlemen, dove si ascolta jazz, probabilmente si fumano corposi cubani ed è possibile fare scorpacciate… di auto, ordinando fino a 39 menù, ognuno dedicato ad automobili iconiche con tanto di specifiche richieste di completamento, declinato lungo gare e varie competizioni.
Tra una chiacchierata e l’altra con Luca, il proprietario del cafè, si avvicenderanno anche i veri designer e ingegneri a cui dobbiamo i più grandi gioielli dell’automobilismo, che ci sveleranno segreti e ricordi dei loro più grandi lavori nel settore.
Si tratta di un incredibile, accurato, a tratti perfino commovente, omaggio al mondo delle quattro ruote, con tantissimi materiali, foto, filmati, sui marchi più iconici che sapranno appagare gli appassionati e quasi certamente irretire i neofiti.
Forse la modalità risulta eccessivamente guidata: grattando la superficie, fingendo di non vedere tutto il materiale di contorno che, lo ribadiamo, è davvero da brividi lungo la schiena, GT Café è di fatto un lungo tutorial utile a prendere confidenza con tutte le competizioni e con la variegata offerta di auto presenti nei garage di Polyphony Digital. Ma, signori, chissenefrega: ce ne fossero di tutorial così!
Ultimo giro per la recensione di Gran Turismo 7
Arriviamo infine al versante tecnico. Gran Turismo 7 rappresenta, sia su PlayStation 5 sia su PlayStation 4 lo stato dell’arte di ciò che si può chiedere nella riproduzione poligonale di oltre 400 veicoli. Sono dettagliatissimi, in grado di portare sul nostro televisore del salotto la più piccola vite, le cuciture in evidenza sulla pelle del volante e i materiali plasticosi usati per i pulsanti delle plance.
Per questo il nostro consiglio è guidare con la visuale da cruscotto, così da assaporare ogni dettaglio: comprare GT7 per poi pilotare la macchina con visuale da dietro sarebbe come invitare a casa Miss Mondo per poi farle vedere davvero la propria collezione di farfalle.
Anche perché, diciamocelo, i particolari dello scenario sono davvero bruttini, a iniziare dal pubblico: low poly e con texture stiracchiate: qui probabilmente si paga il compromesso di avere voluto far correre il gioco anche su PS4.
Sulla nuova ammiraglia Sony, invece, Gran Turismo 7 fa sfoggio dei riflessi del sole sulla carrozzeria, con supporto per 4K e HDR e anche di una frequenza d’aggiornamento dell’immagine ben fissa a 60fps. Che non era scontato. Il Ray tracing, invece, resta confinato ai replay e alla modalità foto. E vabbé. In compenso i caricamenti sono davvero rapidi.
La realizzazione dei cockpit ben fa il paio con il sonoro: GT7 ha una colonna sonora fantastica, ma voi silenziatela per apprezzare la sinfonia del motore della vostra supercar mentre sputacchia benzina dal tubo di scappamento o per ascoltare al meglio i colpi di tosse delle piccole utilitarie sotto sforzo mentre arrancano lungo una salita. Anche qui, roba da brividi.