Si rafforza la collaborazione tra Business Angel e fondi di Venture Capital e crescono gli investimenti in sinergia (+41,3% rispetto al 2019)
Sono aumentati del 41,5%, a 402,5 milioni di euro, gli investimenti diretti e in co-investimento tra investitori (in syndication) con i fondi di Venture Capital dei Business Angel (BA) italiani. Restano stabili gli investimenti diretti che hanno coinvolto esclusivamente i Business Angel, che nel 2020 si sono attestati a 51 milioni di euro (e che hanno fatto registrare una crescita del 30% nell’ultimo triennio). Ma soprattutto si rafforza la collaborazione tra Business Angel e fondi di Venture Capital per la realizzazione di operazioni in sinergia: nel 2020 infatti questo canale ha permesso di movimentare 325 milioni di euro (su 595 milioni totali), con un balzo percentuale del 41,3% rispetto ai 230 milioni di euro registrati nel 2019. È quanto emerge dai dati dell’analisi che l’Associazione italiana dei Business angel (Iban), ha svolto con la sua Survey 2020, analisi annuale del mercato italiano dell’informal venture capital o angel investing .
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Le parole chiave
Dall’analisi è emersa inoltre una diminuzione degli importi medi investiti e un aumento delle società oggetto dell’investimento: più del 50% degli investimenti realizzati nel 2020 infatti è stato inferiore a 100 mila euro (42% nel 2019) e solo il 5% ha superato i 500 mila euro (26% nel 2019). Secondo lo studio sono tre le parole chiave che caratterizzano questi dati: resilienza, perseveranza e prudenza.
Dove investire
Il report di IBAN ci dice anche che il tipo di società su cui intervenire è rimasta invariata nel 2020, con quelle in fase di startup (57%) preferite a quelle in fase di seed (43%). La Survey IBAN ha confermato l’inversione del trend già monitorata nel 2019 a favore degli investimenti seed, che nel 2019 rappresentavano il 34% degli investimenti degli Angel e nel 2018 il 29%. Il 77% (70% nel 2019) delle imprese oggetto di investimento sono iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, di queste l’80% sono startup Innovative, mentre il 20% sono PMI Innovative (25% nel 2019), valore che si è stabilizzato dopo la forte crescita rispetto al 2018 (7%).
In quali settori
Il settore che maggiormente ha beneficiato degli investimenti degli Angel è quello dell’ICT (30% degli investimenti nel 2020), in cui si evidenzia un alto numero di startup che propongono servizi tecnologici rivolti alle imprese (Enterprise Technologies, 52% delle operazioni ICT). Un cambio di tendenza rispetto agli anni precedenti in cui la maggior parte degli investimenti nel settore riguardava servizi rivolti ai privati. A questo settore seguono quello dei Beni di Consumo (12%), l’Healthcare (7%) e il Farmaceutico e biotech (7%), confermando il forte interesse degli investitori verso le startup nel contesto della sanità già̀ evidenziato nel 2018 e 2019. Allineati con questi settori anche le cifre per gli altri servizi e l’Alimentare (sempre 7%).
Un anno dinamico
“È interessante rilevare – ha dichiarato Paolo Anselmo, Presidente di IBAN – come in più del 50% dei casi i Business Angel dichiarino di avere un grado di coinvolgimento medio o alto nella vita quotidiana delle startup, con visite in azienda frequenti, e un apporto soprattutto in termini di contatti presso la business e financial community (24%) e di competenze di tipo strategico (22%). Nonostante la pandemia il 2020 è stato un anno dinamico per l’angel investing italiano che non solo ha contribuito a immettere capitali nell’intero comparto dell’innovazione, ma ha anche ottenuto importanti risultati, come le detrazioni fiscali previste dal Decreto Rilancio e il riconoscimento come investitori qualificati dell’ecosistema dell’innovazione. Tutti passi avanti molto importanti. Un ulteriore segnale di dinamismo e vivacità che abbiamo riscontrato è stato il significativo incremento del numero dei soci iscritti a IBAN, che nel corso dell’ultimo anno sono aumentati di oltre 120 unità”.
Identikit del business angel
La Survey IBAN ha tracciato anche un profilo che identifica le principali caratteristiche dei business angel. Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’economia e delle finanze sui contribuenti che hanno usufruito delle agevolazioni fiscali per startup e PMI innovative, nel 2019 in Italia si potevano contare circa 5 mila Business Angel. Dall’Indagine IBAN emerge che si tratta di manager e imprenditori, con un patrimonio mobiliare inferiore ai 2 milioni di euro, che investono in modo non prevalente (meno del 10% del proprio patrimonio per il 73% del campione) in operazioni di angel investment. La percentuale investita individualmente raramente supera il 15% del capitale della società target e gli investimenti sono multipli: all’inizio del 2020 il portafoglio dei BA è composto in media da 6 aziende.
Quanto investono
Più del 50% degli importi investiti dai Business Angel nel 2020 è stato inferiore a 100 mila euro (42% nel 2019) e solo il 5% ha superato la soglia dei 500 mila euro (in netta riduzione rispetto al 26% nel 2019), ma aumentano le operazioni totali (279 nel 2020 rispetto alle 166 del 2019), con gli angel italiani che dimostrano resilienza, perseveranza e prudenza
Crowdfunding e Business Angel
In tema di Business Angel e crowdfunding i dati mettono in evidenza questo. Se nel 2019 le operazioni ammontavano a 1,3 milioni di euro complessivamente stanziati da Angel italiani attraverso 27 operazioni, il 2020 ha messo in chiaro una fortissima espansione di questo settore che registra 26,5 milioni di euro investiti per un totale di 101 operazioni effettuate, con un investimento medio per Angel di poco superiore ai 12mila euro. Si conferma perciò il trend del 2019 per il quale la classe dei Business Angel si sta arricchendo di nuovi soggetti che, nonostante patrimoni modesti, decidono di investire nell’early stage e nell’innovazione, anche attraverso le piattaforme di crowdfunding, attratti dai vantaggi economici e remunerativi.