Gli imprenditori si sfilano, l’edizione di quest’anno senza turisti è troppo rischiosa. Il CdA si spacca e il presidente ha rassegnato le dimissioni
Il Salone del Mobile 2021 potrebbe saltare. In città voci simili si rincorrevano da un po’, ora vanno concretizzandosi. Chi ha potuto assistere all’incontro di ieri tra gli organizzatori parla di una riunione ad alta tensione. E così dev’essere dato che a tarda sera il CdA di Cosmit, la società controllata da Federlegnoarredo che organizza il Salone internazionale del mobile dal 1961, dirama una nota ferale nella sua sintesi:
Il Consiglio di Amministrazione di Federlegno Arredo Eventi S.p.A. ha ricevuto le dimissioni di Claudio Luti dalla presidenza del Salone del Mobile.Milano e conferma che a oggi non è stata ancora assunta alcuna decisione inerente all’organizzazione del Salone del Mobile.Milano 2021.
Ogni decisione è rimessa alla valutazione del Consiglio di Amministrazione della società che si riunirà nei prossimi giorni.
Il Salone del Mobile 2021 si sarebbe dovuto tenere, eccezionalmente, a settembre e non più in primavera per evitare di perdere un altro appuntamento dopo la cancellazione del 2020 per Covid. «Una scelta dolorosissima, ma la priorità in questo momento è salvare le aziende. Il Salone esiste perché esistono le aziende», aveva detto lo scorso anno Luti, annunciando l’annullamento della manifestazione, la prima di spicco a saltare in un Paese (era il 27 marzo) che stava iniziando a conoscere la portata distruttiva della pandemia.
Quest’anno invece la parola d’ordine sarebbe dovuta essere ripartire a ogni costo, ma, pare, gli imprenditori brianzoli del legno si sono tirati indietro: ok la resilienza, ok far vedere che Milano riparte, ma senza pubblico straniero il Salone del Mobile 2021 rischia di essere solo una spesa. Da qui una riunione concitata, tesissima, terminata appunto con le dimissioni di Luti, in disaccordo con chi avrebbe voluto aspettare il 2022 e la ripresa dei viaggi internazionali.
Nuovo colpo insomma per Milano, visto l’indotto stellare della kermesse del design. Nel 2018, l’edizione dei record del Salone del Mobile si era conclusa vantando la presenza di oltre 386mila visitatori da 181 Paesi diversi. Senza contare gli oltre 1000 eventi del Fuorisalone, l’esposizione aperta a tutti che anima e colora i quartieri di Milano. L’evento genera un indotto che oltrepassa i 300 milioni di euro dei quali beneficiano, in massima parte, gli albergatori del capoluogo lombardo e dintorni. Il 90% delle presenze arriva dall’estero solo per scorgere le ultime novità in tema di design.
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Non deve stupire: come ribadisce il rapporto Design Economy 2018 di Fondazione Symbola, Milano è la capitale incontrastata del settore: «È qui», si legge, «che ha sede un quarto delle imprese e delle scuole di design come il fondo Galileo che ha acquisito da poco Marangoni, NABA e DOMUS, o la Raffles grande gruppo di Singapore con 26 college in tutta l’Asia, che nella città meneghina ha aperto la sua prima scuola europea. È sempre a Milano che troviamo la Triennale, modello e punto di riferimento – insieme alla Biennale di Venezia – per le oltre 250 Biennali e Triennali sparse nel mondo; l’Adi, promotrice, tra le varie attività, del prestigioso Premio Compasso d’Oro». Ma la Lombardia capitale del design al momento non c’è. E non ci sarà per un po’, perché ormai è evidente che passata l’epidemia bisognerà lavorare sodo per ricostruire. Ricostruire l’economia ma anche il coraggio degli imprenditori: senza i loro investimenti tutto rischia di finire.