Chiusure chirurgiche per evitare il lockdown generalizzato. Il virus bussa di nuovo alle porte della città. La Regione gioca la carta di piccole zone rosse, ma venerdì il Cts potrebbe retrocedere l’intera Lombardia
Era successo nella prima ondata, si era ripetuto nella seconda e il rischio si rifà vivo ora, all’alba della terza. In Lombardia si combatte nuovamente per salvare Milano. La città non deve “cadere” tra le grinfie del Covid, non solo perché con oltre un milione e mezzo di abitanti manderebbe in tilt tutti i nosocomi della Regione, ma anche in quanto si vuole evitare di chiudere il principale polo economico del Paese. E allora si pensa alla cintura di sicurezza cittadina attorno a Milano.
Cos’è la cintura di sicurezza di Milano
Basta con le chiusure generalizzate, la Regione intende procedere con lockdown mirati. In tal senso rientrano gli improvvisi cambiamenti cromatici di Bollate, Mede e Viggiù. Peraltro ieri diversi primi cittadini dei comuni interessati dai provvedimenti hanno protestato silenziosamente sotto le finestre del presidente Attilio Fontana per essere stati avvisati solo all’ultimo.
Si tenta in tal modo di trincerare la città, evitare che il virus sfondi. Anche perché gran parte del via vai meneghino è fatto proprio di lavoratori che dalle zone limitrofe quotidianamente si recano in centro, portando con sé il Covid. I treni regionali, lo possiamo testimoniare, viaggiano vuoti da mesi, mentre le metro, soprattutto nelle linee più vecchie e più lunghe M1 e M2, sebbene non siano piene come un tempo certo non consentono di mantenere le distanze di sicurezza. E c’è già chi pensa allora ad applicare il medesimo modello della cintura di sicurezza alla città, se il contagio dovesse sfondare, procedendo con chiusure per quartiere, marcando il virus “a zona”.
La Lombardia verso la zona rossa?
Ma la cintura di sicurezza potrebbe non salvare Milano e nemmeno la Regione. Secondo gli ultimi dati venerdì il Comitato tecnico scientifico potrebbe difatti dichiarare la Lombardia rossa. «Non abbiamo evidenza sulla Lombardia in zona rossa – ha detto l’assessore al Welfare lombardo Letizia Moratti – sarà la cabina di regia di venerdì a dirci come sarà la nostra regione da lunedì prossimo». Le ha fatto eco il presidente della Regione, Attilio Fontana, che dice: «Aspettiamo che arrivino i dati del Cts e a quel punto si potranno fare le valutazioni del caso». « Ora siamo in zona arancione – ha aggiunto – con alcune evidenze di particolare difficoltà con l’arancione rafforzato. Oggi pomeriggio riguardiamo i dati se ci fossero comuni con una situazione particolarmente grave interveniamo per assumere un provvedimento utile».
«A me sembra che tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa. La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, ma non sono preoccupato per questa regione. Più che per altre è fuori discussione che bisogna vaccinare. Si può fare molto di più rispetto a quello che già stiamo facendo rispetto a questa situazione. Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni». ha chiosato Guido Bertolaso, consulente del presidente di Regione Lombardia per il Piano Vaccinale.