Le nuove nomine saranno operative dal mese di aprile. Goitini, attualmente responsabile del private banking di Bnl-Bnp Paribas, sarà la prima donna a guidare una grande banca in Italia. Munari, attuale Amministratore Delegato, viene designato Presidente. Abete, lascia dopo 23 anni
Sarà la prima donna a ricoprire la carica di Amministratore Delegato di una grande banca italiana. Thierry Laborde, Vice Direttore Generale del Gruppo BNP Paribas e responsabile dei “Domestic Markets” ha manifestato grande soddisfazione per il nuovo assetto e per le persone indicate alla guida della Banca: “Sono molto orgoglioso che BNL sarà guidata da una donna con ampia e consolidata esperienza nei mestieri della banca, maturata in contesti internazionali e in grandi gruppi. Sono molto fiducioso nella sua capacità di portare avanti il pieno successo della BNL con tutta la sua ottima ed apprezzata squadra. Per il Gruppo BNP Paribas la parità di genere e l’inclusione sono valori ben radicati da realizzare quotidianamente con azioni concrete. Sono sicuro che Andrea Munari ed Elena Patrizia Goitini sapranno gestire al meglio le nuove sfide che stanno profondamente cambiando il modo di fare banca”.
La rottura del più resistente tra i soffitti di cristallo: il mondo finanziario
Luigi Abete, lascia la carica di Presidente alla scadenza del mandato del Consiglio di Amministrazione della Banca, in occasione dell’Assemblea di approvazione del bilancio 2020 e contestuale rinnovo del CdA, fissata a fine aprile 2021. Nella stessa occasione, Andrea Munari, attuale Amministratore Delegato, viene designato Presidente mentre Elena Patrizia Goitini viene indicata per il ruolo di AD di BNL. Il Gruppo BNP Paribas, nel contesto delle procedure previste per il rinnovo delle cariche aziendali annuncia importanti cambiamenti nella governance della controllata BNL.
Luigi Abete, che dal 1998 ricopre la carica di Presidente: è stato il più longevo tra i presidenti delle grandi banche, aveva già comunicato la volontà di lasciare l’incarico – dopo 23 anni – per dedicarsi alla presidenza della Luiss Business School nonché a nuovi impegni ed iniziative. Ha rappresentato “l’identità italiana della Bnl” — come ha detto ringraziandolo il ceo di Bnp Paribas, Jean-Laurent Bonnafé.
Elena Patrizia Goitini, la sua storia
Elena Patrizia Goitini, 51 anni, milanese, laureata alla Bocconi, è la prima donna chiamata alla guida di una grande banca in Italia. Entrata solo nel 2019 in Bnl come responsabile della divisione private banking e wealth management.
Nata a Milano nel 1969, laurea in economia alla Bocconi nel 1994, inizia la sua carriera in Pwc, per poi passare in Unicredit dove ricopre vari incarichi in Italia, Germania, Austria, Turchia e Polonia. Nel 2005 diventa capo del retail e private banking per l’Europa centro-orientale. Rientra in Italia nel 2013 e nel 2016 è direttore regionale Sud Italia sempre per Unicredit.
Goitini, in una recente intervista al magazine finanziario Blueraitin, ha dichiarato a proposito della leadership femminile nel mondo della finanza: “Abbiamo la fortuna di lavorare in un gruppo fortemente orientato alla promozione del merito. I principi di responsabilità non appartengono dunque solo all’ambito degli investimenti, ma vengono declinati concretamente anche nelle strategie organizzative. Siamo convinti che l’inclusione sia un elemento determinante per avere una crescita sostenibile.
Legato a inclusione è poi il tema della leadership femminile. Ogni anno consentiamo a un gruppo di nostre clienti acquisite o potenziali di seguire un corso di leadership all’Università di Stanford. Un’opportunità che è al contempo formativa e di networking in quanto consente di entrare in contatto con alcune delle migliori esperienze internazionali e di creare relazioni utili per lo sviluppo di idee di business. Segnalo anche Mia-Miss In Action, un programma di accelerazione dedicato alle startup al femminile, promosso in collaborazione con Digital Magics. L’obiettivo è supportare la creazione di imprese digitali tecnologiche fondate o che abbiano per la maggioranza del team una rappresentanza femminile. Inoltre, periodicamente organizziamo breakfast con persone di Bnp Paribas per confrontarsi sul tema della diversity, raccogliere esigenze e messaggi su diversity e inclusion e diventarne il portavoce nel corso di convegni/eventi/interviste, creare engagement e networking al femminile attraverso un progetto informale e interattivo. Così siamo responsabili fino in fondo”.
Più donne nei CdA aumenta la redditività
Che la maggior diversità nei ruoli apicali, nella gestione dei fondi, nei CdA porti indubbi benefici è confermata dall’ultima ricerca McKinsey (3°edizione) sulla diversity. “I risultati mostrano – sottolinea Monika Machon, membro del board di Gam – che le aziende che si trovano nel primo quartile in termini di diversità di genere presentano una redditività superiore del 25% circa rispetto alle aziende dell’ultimo. E la redditività è ancora più marcata quando si guarda anche alla diversità di etnia. Una maggiore diversità si traduce anche in un maggior numero di idee e avvicina a una gamma più ampia di potenziali clienti in tutti i settori”.
Incoraggiare un maggior numero di donne a intraprendere la carriera di gestore, ancora molto sbilanciata dalla parte degli uomini. Secondo Citywire’s Alpha Female Report 2020, che attinge a un database di 16mila gestori nel mondo, l’inlcusione sembra fare passi avanti. Nel 2016, il 3,5% del totale dei porfolio manager erano donne, nel 2020 la percentuale sale all’11% ma su un totale di 14 trilioni di dollari solo 542 miliardi fanno capo a 1.453 fondi guidati da una donna mentre 4,6 trilioni di dollari fanno capo a 12.166 fondi guidati da un gestore uomo.
Negli ultimi anni le aziende hanno messo in atto alcune iniziative e politiche per attrarre un maggior numero di donne come i programmi rivolti ai laureati per le posizioni entry level e in effetti si è creata una certa parità nelle prime fasi della carriera, ma purtroppo questa tende a diminuire man mano che ci si sposta verso ruoli più senior. Secondo lo studio, il tasso di turnover per i gestori uomini nel 2020 è sceso dal 28 al 27%, mentre quello delle donne è salito dal 40 al 42%. Le donne tendono a cambiare ruolo più spesso degli uomini, a volte abbandonando i ruoli di gestione in favore di altri, ad esempio le posizioni di ricerca.