Si chiama The Sandbox e tra circa un mese aprirà le porte del suo metaverse online
Ancora non vi siete spiegati come è possibile che un’opera digitale di Beeple sia stata venduta a quasi 70 milioni di dollari attraverso un NFT? Nulla di materiale da esporre in salotto, solo una stringa di codice a garanzia di avere in mano il file originale. E ancora: non riuscite a capacitarvi di come questo settore legato a blockchain e (anche) al mondo crypto attragga investimenti milionari? Allora potremmo ulteriormente confondervi le idee presentandovi il progetto di The Sandbox, un metaverse online come lo intendono i suoi creatori, dove una mappa non molto diversa da quelle che incontriamo nel mondo videoludico è disponibile per chiunque voglia acquistare un appezzamento di terra digitale. Il mercato è aperto da diverse settimane e tra circa un mese The Sandbox sarà pienamente fruibile agli utenti che potranno così camminare e scegliere quale luogo visitare. Una sorta di Second Life all’ennesima potenza, dove lati social ed entertainment vengono valorizzati grazie alla presenza delle aziende.
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Terra digitale: a chi può interessare?
Per capire a fondo come funziona l’universo di The Sandbox, StartupItalia ha intervistato Alessandro Capezza, Blockchain & gaming consultant per The Sandbox, società controllata da Animoca Brands. «Si tratta di una piattaforma che può interessare a tre segmenti principali: a investitori, ad artisti e content creator, e a videogiocatori. In tutto ci sono 166mila LAND disponibili sulla mappa e circa la metà è stata già acquistata. Lo scorso anno un LAND costava 40 dollari, oggi ne vale mille». Tutti gli scambi effettuati sulla piattaforma avvengono tramite $SAND, la criptovaluta basata sulla blockchain di Ethereum, convertibile negli appositi mercati.
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Gli abitanti di The Sandbox
Tra le aziende che si sono già ritagliate uno spazio nella mappa di The Sandbox riconosciamo Atari, marchio storico del mondo videoludico. «Anche il Manchester City – commenta Capezza – sarà uno dei prossimi partner che entreranno in The Sandbox con un social hub in cui coinvolgere i tifosi». A differenza di Minecraft, dove il gamer ha soltanto l’immaginazione come limite per la creazione del proprio mondo, in questo caso la piattaforma dà soltanto la scatola degli attrezzi agli sviluppatori, anche quelli in erba, per partorire esperienze originali che coinvolgano gli avventori in uno spazio limitato. Come in una grande capitale, la posizione geografica è determinante per attrarre i visitatori. «Il valore monetario del mercato LAND ha raggiunto 40 milioni di dollari». Finora l’acquisto record è stato di 300mila dollari per un appezzamento di terra digitale.
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Fare videogiochi da zero
In attesa del day one, quando si potrà capire come è un’esperienza di mondo virtuale in cui interagire con aziende, artisti e content creator, The Sandbox dà intanto la possibilità di scaricare due software per chi volesse atterrare in questo metaverse online. «Il primo ti permette di creare NFT, come vestiti digitali e personaggi giocabili che si potranno vendere – spiega il consulente – l’altro servirà per sviluppare un videogioco da zero senza avere nozioni di coding. Un ragazzo di 16 anni, ad esempio, ne sta producendo uno ispirandosi alla Divina Commedia». Per sostenere progetti indie simili, The Sandbox ha messo a disposizione un fondo da 2 milioni di dollari a cui ci si può rivolgere per ricevere fino a un massimo di 30mila dollari a progetto.
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I nuovi lavori
In tutti questi mesi abbiamo seguito l’evoluzione e i prodotti del mondo indie legato ai videogiochi, intervistando giovani sviluppatori e scoprendo tutte le opportunità dell’advergaming (Chiara Ferragni docet). Con l’esperienza di The Sandbox il quadro si allarga ancora di più, coinvolgendo l’ecosistema blockchain, che si sta guadagnando l’attenzione globale. Con già centinaia di migliaia di utenti, l’Italia è il quarto paese più rappresentato nel metaverse. «Credo che in questi spazi nasceranno i nuovi social – conclude Capezza – The Sandbox non è solo un videogioco: qui c’è l’opportunità per crearsi un lavoro da zero».