Il miglior cortometraggio documentario nasce, in realtà, nell’industria videoludica
Il gaming utilizza sempre di più il linguaggio cinematografico e questo, al netto di qualche esagerazione che svuota il gameplay e rende alcuni titoli per console esperienze minimal, ha innalzato il linguaggio artistico del settore. Nella notte degli Oscar 2021 la vittoria di Colette, che si è aggiudicata la statuetta di Miglior cortometraggio documentario, racconta molto del legame tra questi due media. Tanto distanti e tanto vicini tra loro. Come ha ricordato The Verge, la pellicola non nasce per il cinema, ma per il gaming. Infatti è presente all’interno di Medal of Honor: Above and Beyond, videogioco parte di una saga di fine anni ’90 e sviluppato da Oculus Studios e Respawn Entertainment. Shooter in prima persona, il titolo è stato rilasciato nel 2020 con l’obiettivo di offrire agli utenti anche un’esperienza fedele dal punto di vista storico: per arricchire il tutto i giocatori possono infatti sbloccare filmati, tra i quali anche il documentario su Colette Marin–Catherine, sopravvissuta della seconda guerra mondiale che visita un campo di concentramento tedesco dove era morto il fratello.
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Colette: il documentario
Il mondo del gaming si è affacciato soltanto negli ultimi anni alle potenzialità della AR. I visori offrono senz’altro un’opportunità di immergersi ancora di più nell’esperienza, ma dalla critica videoludica non sono piovuti propriamente 10/10 per Medal of Honor: Above and Beyond. Con la vittoria agli Oscar 2021, è però possibile che il titolo possa riscattarsi o, quantomeno, godere di luce riflessa. Il documentario è disponibile su YouTube – dura quasi 30 minuti – ed è un prodotto acquistato e distribuito dalla testata britannica The Guardian. Si tratta comunque della prima volta in cui un’opera pensata per l’industria videoludica ottiene il più prestigioso riconoscimento cinematografico.