All’ultimo si sfila un senatore, cruciale per far passare la legge voluta dalla Casa Bianca
L’ambizioso green deal statunitense, noto come Build Back Better, ha un nemico. È il senatore settantatreenne Joe Manchin del West Virginia. Il presidente Joe Biden vuole che il 50% dei nuovi veicoli statunitensi sia elettrico o ibrido elettrico plug-in entro il 2030. L’amministrazione dovrebbe finalizzare entro il 2026 nuove regole più severe sulle emissioni dei veicoli entro il 2026, affermano le case automobilistiche. Per fare questo ha dato vita a un corposo piano di aiuti economici e incentivi fiscali, che però per Manchin è una misura “sbagliata” e “non americana”. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha commentato la notizia definendo quello di Manchin «un improvviso e inspiegabile capovolgimento della sua posizione, e una violazione degli impegni presi col presidente».
«Non posso votare per questa legge. Non ci riesco. Ho provato tutto quello che era umanamente possibile, ma non ce la faccio», ha detto Manchin in un’intervista televisiva a Fox News. Il voto del senatore centrista era l’ultimo che mancava ai Democratici per arrivare a 50 e ottenere così la possibilità di far votare la vicepresidente Kamala Harris che sarebbe stata cruciale, visto che anche i Repubblicani sono a quota 50 e il regolamento prevede che il vicepresidente presiede il Senato e può esprimere il voto decisivo in caso di stallo nelle votazioni.
Che cos’è il Build Back Better?
Il progetto, che sta facendo litigare l’amministrazione statunitense con quella canadese (che sostiene che le proprie industrie sarebbero danneggiate dalla ‘concorrenza sleale’ degli incentivi) rientra nell’ambito del green deal statunitense mediante il quale l’inquilino della Casa Bianca non solo vuole operare la transizione ecologica, ma pure rendere competitiva l’industria automobilistica, anche attraverso il pesante rinnovo di tutte le auto blu a disposizione del governo federale.
Il disegno di legge Build Back Better include l’aumento dell’attuale credito d’imposta a favore dei motori elettrici da 7.500 dollari fino a 12.500 per i veicoli statunitensi prodotti dall’Unione dei sindacati e la creazione di un credito fino a 4.000 dollari per i veicoli usati. GM e Ford stanno entrambe lanciando pickup elettrici nel 2022 e i nuovi crediti d’imposta ventilati dalla Casa Bianca potrebbero essere cruciali per raggiungere gli obiettivi di vendita iniziali, oltre a soddisfare i crescenti requisiti sulle emissioni dei veicoli.
I crediti d’imposta sui veicoli elettrici voluti da Biden, sono sostenuti da molti democratici del Congresso e dal sindacato United Auto Workers (UAW) e andrebbero a vantaggio soprattutto delle tre grandi case automobilistiche di Detroit – GM, Ford Motor Co (FN) e della casa madre di Chrysler Stellantis NV – dato che assemblano i loro prodotti fabbricati negli Stati Uniti e rientrano nell’UAW.