“Ho sempre odiato – ha detto un epidemiologo – questi inutili convenevoli che sono solo scambi di patogeni”
In quest’ultimo periodo ci siamo abituati al fatto che i dottori si siano sostituiti ai politici e ai legislatori, disciplinando al loro posto quasi ogni nostra singola condotta quotidiana. L’emergenza Coronavirus ci ha insomma fatto scordare che spesso il buonsenso sta nel mezzo, evitando tanto i lassismi quanto le posizioni fin troppo rigoriste. Del resto, in una ipotetica società guidata da medici (iatrocrazia?), probabilmente le merendine zuccherate e le bibite gassate verrebbero bandite al pari delle droghe pesanti. Chi dice, quindi, che si vivrebbe meglio? Che le posizioni di chi indossa un camice bianco siano spesso oltranziste lo ricorda oggi un interessante sondaggio svolto dal New York Times che ha chiesto a mezzo migliaio di esperti epidemiologi quali semplici azioni della vita di tutti i giorni, dalla stretta di mano all’andare al cinema, riprenderanno personalmente a fare. Le sorprese non sono mancate…
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Quando “torneremo a vivere?” La parola ai dottori
La testata New York Times ha interpellato 511 esperti e ha chiesto loro quando pensano di tornare a compiere 20 azioni quotidiane che, prima della pandemia di Covid-19, avremmo definito “normali” mentre oggigiorno tendiamo a vedere con sospetto.
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Senza troppe sorprese, sono molto poche secondo il sondaggio, tenuto tra i membri della Society for Epidemiologic Research, le condotte che la maggior parte degli intervistati tornerà a fare normalmente in questi giorni. Il 36% dei dottori ha perfino smesso di “ritirare la posta”, ritenendolo un possibile veicolo di trasmissione del Coronavirus, azione che il 64% del campione invece riprenderà o ha continuato a fare. Il 60% dei dottori riprenderà ad andare dal proprio medico per le visite (c’è forse un conflitto di interessi nel comunicare che è una attività sicura?), mentre oltre un epidemiologo su 2 andrà in vacanza (54%).
Più della metà preferirebbe si potesse attendere (le risposte variano da tre mesi a un anno) prima di far tornare i bambini a scuola, lavorare in un ufficio condiviso o mangiare al ristorante. Andare a un concerto o a una partita di football sono tra le azioni considerate maggiormente a rischio tra i dottori: il 64% dei medici interpellati farà passare un anno dalla fine dell’emergenza prima di tornare ad acquistare un biglietto. Il 42% degli epidemiologi eviterà persino matrimoni e funerali.
© Foto di Gerd Altmann da Pixabay
La stretta di mano? Per i dottori sarebbe da abolire
Ma ciò che stupisce è il rifiuto a una azione che contraddistingue da millenni il nostro vivere civile: la stretta di mano. Che sia per suggellare un affare, benedire un nuovo rapporto di lavoro, congratularsi con una persona cara o salutare un amico, la stretta di mano è vista con sospetto dal 42% dei medici statunitensi che, per questo, smetterà per almeno un anno passando al cenno col capo. Il 6% degli epidemiologi interpellati ha persino dichiarato che non stringerà mai più mani. “Ho sempre odiato – afferma ad esempio il dottor Carl Phillips, uno dei partecipanti – questi inutili convenevoli che sono solo scambi di patogeni”. Indubbiamente c’è del vero nelle paure manifestate dagli epidemiologi americani. Ma, è bene ricordarlo, tanto i germi e i virus quanto queste fobie non resisterebbero comunque a un serio lavaggio delle mani. E ancora una volta il buonsenso della nonna batte l’isteria della medicina…