La ministra in audizione alla Camera ha illustrato i risultati delle call lanciate negli scorsi giorni e che puntano anche a trovare la giusta app per tracciare gli spostamenti
Alla Camera, in audizione rigorosamente online, la Ministra Paola Pisano ha mostrato quelle che sono state le azioni portate avanti dal ministero in questo ultimo mese. Il ministero dell’innovazione a partire dal 27 febbraio ha lavorato per le sue competenze per aiutare il sistema sanitario a uscire dalla crisi puntando su innovazione e tecnologia. Ha portato avanti in particolare 6 azioni, lanciando il sito Solidarietà Digitale, promuovendo la formazione di una task force di 74 esperti, lanciando 2 call for proposal, introducendo misure di semplificazione per l’acquisto di materiale IT per la Pubblica Amministrazione, avviando un progetto in collaborazione con ESA.
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La Ministra ha parlato ampiamente anche della app che dovrebbe riuscire a tracciare gli spostamenti delle persone positive. “L’applicazione di contact tracing non ha l’obiettivo di geolocalizzazione – ha detto Paola Pisano – ma quello di tracciamento/memorizzazione per un determinato periodo di tempo degli identificativi dei cellulari con il quale il nostro è venuto in contatto ravvicinato. Questo accade se
in entrambi i cellulari è presente l’applicazione di tracciamento”.
La Ministra ha anche specificato che l’app non può essere la soluzione per sconfiggere il virus. L’obiettivo è riuscire a utilizzare la tecnologia al meglio per contrastare la diffusione.
L’app, ha specificato Pisano, non è ancora stata scelta. Serve chiarire parecchi punti (vedi sotto il testo integrale) e in particolare è necessaria una fase di sperimentazione. Sarà previsto anche un aiuto per i cittadini per capire come utilizzare l’app.
La ministra non ha parlato solo dell’app ma anche della Task Force di 74 esperti che ha anche l’obiettivo di fornire allo Stato consigli e ipotesi su come affrontare l’emergenza sulla base dell’analisi dei dati.
Inoltre nell’audizione c’è stata la possibilità di mostrare la partecipazione importante che hanno avuto le call lanciate dal ministero. Alla Call Innova per l’Italia hanno risposto in 2.146 e 1.601 proposte sono state sottoposte a pre-screening. A quella sulla telemedicina e data analysis sono giunte 319 soluzioni per il monitoraggio e 520 soluzioni per la telemedicina.
Ecco il testo del discorso della Ministra Paola Pisano
Grazie Signora Presidente Bergamini,
Ringrazio anche il Presidente Morelli, in collegamento
Onorevoli deputate e deputati della Commissione Trasporti Poste e
Telecomunicazioni,
in questo momento così difficile per il nostro Paese siamo tutti chiamati a compiere
ogni azione necessaria ed utile ad affrontare l’emergenza sanitaria in corso. Innovazione tecnologica e digitalizzazione possono rappresentare, se utilizzate nel rispetto e in armonia con la normativa italiana ed europea, criteri di azione e strumenti utili per migliorare la vita dei cittadini e le attività delle imprese. Possono inoltre offrire apporti vantaggiosi per la collettività e i singoli cittadini nel contrasto alla diffusione del Coronavirus (SARS-CoV-2)
Il nostro pensiero e la nostra solidarietà devono andare innanzitutto alle persone che stanno soffrendo a causa della malattia. Non possiamo dimenticare quanti hanno perso la vita, nel Settentrione e non solo, e mi sento in dovere al principio del mio intervento di esprimere solidarietà ai loro cari .
Al personale medico, paramedico e comunque coinvolto in attività fondamentali per tutti noi, un grazie sentito per il loro esempio di impegno e di prezioso senso di responsabilità.
La necessità di ridurre i contagi e di limitare gli effetti che hanno già causato morte e dolore in varie zone del Paese, ci induce ad esplorare anche percorsi per noi non abituali.
Dobbiamo farlo, a mio avviso, tenendo presenti i valori contenuti nella Costituzione repubblicana e i diritti da essa sanciti: quali le libertà individuali, il diritto fondamentale alla salute, la tutela del lavoro e delle aziende, e, con riguardo in particolare al tema oggetto dell’audizione, la salvaguardia della “privacy” dei cittadini.
Come ha sottolineato la professoressa Paola Severino sul Corriere della Sera, “l’ordinamento italiano ammette il contemperamento di principî costituzionali, purché avvenga tra valori ugualmente riconosciuti, invada nella misura minima l’area ricoperta da ciascuno di essi e sia presidiato da un sistema di limiti e di garanzie”.
“Contemperare” è un verbo che ho apprezzato particolarmente e che richiede a tutti noi di innovare senza stravolgere, di facilitare azioni positive e di farlo senza distruggere.
Oggi sono in questa Commissione per illustrare a Voi le iniziative non solo normative poste in essere dalla mia Amministrazione per riferire sulle attività svolte in accordo e collaborazione con altri Ministeri di questo Governo (in particolare Salute, Sviluppo Economico, Interno, Giustizia e Università e Ricerca) e con l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Al riguardo, mi preme precisare che l’urgenza sollecitata dalla rapida diffusione del virus ha determinato l’esigenza di intraprendere quanto prima il cammino delle attività e delle iniziative promosse, sul quale riferisco a Voi – e tramite Voi al Parlamento – nel merito delle stesse e sul loro stato di attuazione. Mi riservo di inviare alla competente Commissione del Senato il testo del mio intervento, disponibile al dialogo anche in quella sede, se verrà ritenuto opportuno.
Appena è risultato evidente che l’emergenza sanitaria stava incidendo pesantemente sulla vita di decine di migliaia di persone ho ritenuto di dover contribuire nei limiti del mio mandato ad agevolare il ricorso a strumenti e sistemi legati all’innovazione affinché in una quotidianità diversa da prima non si dovesse necessariamente rinunciare del tutto a lavorare, a informarsi, a fare la spesa, alla propria socialità e, specie per i più piccoli, al gioco, alla formazione, all’istruzione.
Sei azioni sono state messe in atto con l’obiettivo di coinvolgere cittadini, imprese, e pubblica amministrazione:
1) il 27 febbraio ho avviato il progetto Solidarietà Digitale: ho chiesto pubblicamente ad aziende pubbliche e private di offrire i loro prodotti per venire incontro alle esigenze degli abitanti dapprima delle sole “zone rosse” e successivamente su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: aiutare persone e aziende a continuare la propria attività e mantenere le proprie abitudini di vita,
nel rispetto del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo 2020 L’iniziativa, grazie al supporto tecnologico dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), riguarda servizi gratuiti rivolti a cittadini, professionisti e aziende, che permettono di:
● lavorare da remoto, l’utilizzo di piattaforme di smart working avanzate;
● leggere gratuitamente sul proprio smartphone o tablet un giornale
anche senza andare in edicola o un libro senza andare in libreria;
● restare al passo con i percorsi scolastici e di formazione, grazie a
piattaforme di e-learning, come proposto dal Ministero dell’Istruzione;
● avere connettività gratuita
● usufruire di servizi digitali online, come l’accesso a servizi pubblici o
specialistici;
● Continuare attività quotidiane come fare la spesa, praticare sport,
collegarsi con amici e familiari, partecipare alla vita politica e a quella
religiosa o delle associazioni.
2) Nel decreto legge “Cura Italia” del 17 marzo, abbiamo introdotto una misura – di semplificazione volta ad autorizzare le amministrazioni ad acquistare beni e servizi informatici, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara ed in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del
codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
Tengo a precisare che l’affidatario debba essere selezionato tra almeno quattro operatori economici, di cui almeno una «startup innovativa» o un «piccola e media impresa innovativa», iscritta nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese.
3) Il 20 marzo congiuntamente con i Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Università e Ricerca, e Invitalia ho dato avvio all’iniziativa “Innova per l’Italia” a sostegno della struttura del Commissario Straordinario per l’Emergenza, con la quale ho invitato aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni e istituti a fornire, attraverso proprie tecnologie, un contributo nell’ambito dei dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio del Coronavirus (SARS-CoV-2) sull’intero territorio nazionale.
Le proposte sono in corso di valutazione da parte della struttura del Commissario Straordinario, che si è attivato prontamente e procederà al contatto e attivazione dei proponenti, in considerazione della effettiva necessità, tipologia di proposta e urgenza e in conformità con le evidenze scientifiche e con le necessità di certificazione nel rispetto degli standard necessari e delle linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ad oggi sono pervenute 2.146 proposte, di cui 1.601 sono state sottoposte a
pre-screening.
Alcune di queste sono già in corso di attivazione, e in particolare per 27 è stata richiesta offerta commerciale per l’approvvigionamento tramite l’ufficio acquisti del Commissario, 6 sono già state ammesse agli incentivi per la riconversione industriale inseriti nel bando Cura Italia.
4) Il 24 marzo, congiuntamente al Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Organizzazione Mondiale della Sanità e un comitato scientifico interdisciplinare, ho lanciato la fast call “Telemedicina e Data Analysis”, con 2 obiettivi:
● individuare le migliori soluzioni digitali disponibili relativamente ad app di telemedicina e assistenza domiciliare dei pazienti e a tecnologie basate sul monitoraggio “attivo” del rischio di contagio,
● coordinare a livello nazionale l’adozione e l’utilizzo di queste soluzioni e tecnologie.
Soggetti pubblici e privati hanno partecipato alla call dal 24 al 26 marzo, proponendo 319 soluzioni per il monitoraggio e 520 soluzioni per la telemedicina.
5) Il 31 marzo è stata istituita la task force Data-Driven della quale vi parlerò in modo più dettagliato più avanti.
6) Il 1° Aprile, con il coinvolgimento del Sottosegretario Riccardo Fraccaro – che ringrazio – grazie anche Agenzia Spaziale italiana (Asi), prende avvio il progetto proposto dall’Agenzia spaziale europea (ESA) con la nostra collaborazione per finanziare aziende che sviluppano e sperimentano servizi legati a tecnologie in ambito aerospaziale, per rispondere all’emergenza sanitaria.
Passiamo ora al dettaglio di temi specifici La task force Data-Driven per l’utilizzo dei dati contro l’emergenza covid è stata istituita dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione in accordo con il Ministero della Salute.
Si tratta di un gruppo di lavoro composto da 74 esperti in diverse discipline, ciascuno dei quali selezionato – in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità – in considerazione del possesso delle specifiche competenze e qualificazioni professionali richieste per l’espletamento delle attività assegnate nell’ambito del gruppo di lavoro.
L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, il Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni danno il loro apporto all’attività della task force nel rispetto della propria autonomia e indipendenza fornendo indicazioni, avvisi e pareri sulle valutazioni compiute dal gruppo e dai suoi componenti.
Uno dei compiti della task force è fornire a organi e articolazioni dello Stato consigli e ipotesi su come affrontare aspetti di questa emergenza basati su dati e ricerche anche internazionali.
La suddivisione in otto sottogruppi specifici è dovuta ad un proposito che credo possa accomunare tanti di noi: agire affinché si sviluppi nel nostro Paese l’elaborazione di politiche basate sull’analisi dei dati.
Non è un’operazione semplice né priva di ostacoli e, per la natura stessa di una Democrazia, le decisioni sulle politiche da perseguire nelle attività di governo e cura della Cosa Pubblica sono rimesse giustamente ad una pluralità di soggetti istituzionali. Sono queste le ragioni che ci hanno indotto a coinvolgere, nell’ambito della task force un vasto arco di competenze e professionalità per ottenere suggerimenti capaci di corrispondere all’esigenza di accrescere l’innovazione in strutture complesse, stratificate per storia, norme e consuetudini da tenere in considerazione.
Un’altra delle funzioni della task force è l’analisi delle applicazioni di contact tracing e telemedicina candidate nella fast call del 24 marzo.
Gli esperti hanno analizzato le applicazioni pervenute producendo due relazioni tecniche una sulla privacy e una sull’analisi tecnologica delle soluzioni. Conto di ricevere nelle prossime ore la relazione finale della task force che sarà mia cura inoltrare al Presidente Conte e agli altri membri del Governo per le valutazioni e decisioni di competenza, unitamente alle osservazioni che abbiamo ricevuto dal Garante privacy e dall’Agcom.
Analisi della privacy sul contact tracing
L’applicazione di contact tracing non ha l’obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciamento/memorizzazione per un determinato periodo di tempo degli identificativi dei cellulari con il quale il nostro è venuto in contatto ravvicinato. Questo accade se in entrambi i cellulari è presente l’applicazione di tracciamento.
Come funziona:
I cittadini scaricano l’app e iniziano ad utilizzare l’applicazione che crea un registro dei contatti in cui ci sono 3 informazioni:
1) qual è il dispositivo con il quale sono stato in contatto
2) a che distanza
3) per quanto tempo
Nel caso in cui un cittadino fosse identificato come positivo, l’operatore medico autorizzato dal cittadino positivo, attraverso l’identificativo anonimo dello stesso, fa inviare un input/messaggio di alert per informare tutti quegli utenti identificati in modo anonimo che sono entrati in contatto con un cittadino positivo.
Gli standard di contact tracing manuale forniti dall’European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) nel marzo 2020 relativamente all’epidemia di COVID-19 indicano in 12 ore – con l’utilizzo di 3 risorse di personale specializzato – il tempo medio per ogni operazione manuale di contact tracing, con un tasso di successo peraltro insufficiente a identificare tutti i contatti o comunque a ridurre il numero di contatti secondari potenzialmente infetti.
L’obiettivo del Governo è dunque quello di rendere oggi automatica e più sicura questa procedura.
E’ un terreno delicato. Credo che ne siamo e dobbiamo rimanere tutti consapevoli. E’ per questo che l’attenzione della task force e mia personale, in una valutazione preliminare, si è rivolta soprattutto a sistemi che potessero garantire 7 condizioni a mio parere fondamentali:
(1) che sia prevista la volontarietà della partecipazione. In primo luogo perché, l’efficacia dello strumento richiede la collaborazione attiva del singolo, il quale va reso consapevole che l’uso dell’ applicazione qualora venisse adottata può contenere il contagio (proprio e altrui).
(2) È indispensabile, a tal fine, che il singolo possa confidare nella trasparenza e
nella correttezza delle caratteristiche del servizio nonché nell’assenza del perseguimento di scopi ulteriori e incompatibili con la finalità di prevenzione sanitaria.
(3) che l’intero sistema integrato di contact tracing sia gestito da uno o più soggetti pubblici e che il suo codice sia aperto (ossia in modalità open) e suscettibile di revisione da qualunque soggetto indipendente voglia studiarlo;
(4) che i dati trattati ai fini dell’esercizio del sistema siano “resi sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato”
(5) che raggiunta la finalità perseguita, tutti i dati ovunque e in qualunque forma conservati, con l’eccezione di dati aggregati e pienamente anonimi a fini di ricerca o statistici, siano cancellati con conseguente garanzia assoluta per tutti i cittadini di ritrovarsi, dinanzi a soggetti pubblici e privati, nella medesima condizione nella quale si trovavano in epoca anteriore all’utilizzo della app di
contact tracing;
(6) che la soluzione adottata – nelle sue componenti tecnologiche e non tecnologiche – possa essere considerata, almeno in una dimensione prognostica, effettivamente efficace sul piano epidemiologico perché, qualora non lo fosse, diverrebbe difficile giustificare qualsivoglia, pur modesta e eventuale, compressione di diritti e libertà fondamentali equiparabile a quella
imposta dalle limitazioni nei movimenti di cittadini in queste settimane.
(7) che la soluzione adotti misure tecniche ed organizzative che minimizzino i rischi di reidentificazione in ogni fase di vita del sistema (a titolo esemplificativo con variazione periodica e casuale dell’ID anonimo dell’applicazione).
Sarò chiara: l’obiettivo è ridurre le possibilità di contagio, ma non sarà una sola applicazione a risolvere tutto. L’applicazione è parte di un sistema integrato del
quale i protagonisti saranno inevitabilmente aspetti non tecnologici. Rivolgiamo la nostra attenzione su un meccanismo che ha una valutazione scientifica e tecnica e denota una sua validità, tuttavia non dobbiamo escludere che ci siano aspetti da perfezionare. E’ bene esserne coscienti, nell’impiego di questi sistemi non sono mancati casi di falsi positivi. Siamo in un campo sperimentale che può aiutare nel contrastare il virus e allo stesso tempo può non essere infallibile.
Dalla scelta dell’app al suo utilizzo molto è ancora da fare:
1) definizione dei soggetti che partecipano al piano di start up e poi di mantenimento dell’applicazione
2) definizione dei parametri medici
3) una fase di testing prima dell’utilizzo massivo dell’app
4) un sistema di supporto al cittadino e all’utilizzo dell’applicazione
Vi ringrazio per l’ascolto ringrazio la task force, le aziende e tutti i ministeri che stanno contribuendo ai progetti che vi ho presentato.