Dotati di microsensori, monitorano la temperatura del piede per tenere sempre sotto controllo segnali di infiammazione, sintomo delle ulcere del piede diabetico
C’è una startup di San Francisco che lavora per eliminare, grazie alla tecnologia, le complicazioni dovute a malattie croniche e invecchiamento. L’azienda si chiama Siren Care: «Meno emergenze, meno interventi chirurgici e, soprattutto, meno interventi dell’ultimo minuto», è la mission riassunta efficacemente dal suo CEO, Ran Ma.
Intervenire in tempo dunque, è la mission di Siren. Anzi, intervenire prima che il problema si manifesti. È proprio questo l’obiettivo del primo prodotto commercializzato negli Stati Uniti. Si tratta del Siren Diabetic Sock and Foot Monitoring System: in sostanza, un paio di calze intelligenti, dotate di microsensori capaci di rilevare problemi dovuti al diabete.
I diabetici di tipo 1 e 2 infatti, possono soffrire di piedi gonfi, ulcere e infezioni che, se diagnosticati e curati in tempo, possono scongiurare situazioni ancor più serie.
Il controllo del piede diabetico
Per un diabetico insomma, è fondamentale prendersi cura dei propri piedi, perché significa evitare interventi chirurgici e, nella peggiore delle ipotesi, amputazioni. La scelta di Siren, di puntare sulle tecnologie indossabili per aiutare i pazienti diabetici, è una strada che le aziende tech stanno percorrendo da tempo, per modificare gli attuali sistemi di assistenza sanitaria. Man mano che diventeranno più affidabili nelle misurazioni, i dispositivi indossabili per uso medico entreranno sempre più a far parte della nostra quotidianità.
Secondo i dati forniti da Frost & Sullivan infatti, quello dei medical wearable devices è un settore in forte espansione in tutto il mondo. Nel 2020 il mercato globale dei dispositivi indossabili raggiungerà i 19 miliardi di dollari, con oltre 400 milioni di dispositivi in circolazione.
Ad oggi, esistono già in commercio due soluzioni wereable per i diabetici: le solette wireless SurroSense Rx e gli stivali PressureGuardian di Tillges Technologies. «Due soluzioni utili ma scomode – spiega Ran Ma – e che offrono misurazioni non continue». A risentirne è la precisione rispetto a un calzino che, rimanendo sempre a contatto con la pelle del piede, garantisce misurazioni costanti e si integra perfettamente nella vita quotidiana dell’utente.
Come funzionano i calzini smart
I calzini smart di Siren dunque, tengono d’occhio la salute dei piedi dei diabetici grazie a sensori che rilevano in tempo reale l’insorgere di infiammazioni e lesioni. Come? Il funzionamento è molto semplice. Una volta indossati, i calzini si attivano (in caso contrario, entrano automaticamente in “modalità off”) e i microsensori intrecciati con il tessuto della calza iniziano a monitorano in tempo reale la temperatura.
Se viene rilevato un aumento di calore anomalo (dovuto ad una possibile infiammazione), l’informazione viene trasmessa all’app per smartphone che avvisa immediatamente l’utente con una notifica o tramite SMS.
Pur trattandosi di dispositivi altamente tecnologici, sono lavabili in lavatrice come dei classici calzini. Non c’è bisogno di ricaricarli, perché la batteria ha una durata di sei mesi.
Disponibili in abbonamento
Per il momento, le calze intelligenti sono disponibili negli USA, ma l’intenzione dei suoi ideatori è di espandersi anche al territorio europeo. Sono acquistabili tramite un servizio in abbonamento: il prezzo è di 19,95 dollari al mese per chi ordina nei primi 30 giorni di disponibilità, dopo i quali si passa a 29,95 dollari. L’abbonamento prevede l’invio di nuovi calzini ogni sei mesi.
Secondo l’azienda, grazie all’utilizzo di questa tecnologia, l’American Diabetes Association potrebbe risparmiare una cifra vicina ai 322 miliardi di dollari.
Intanto, Siren Care sta continuando a lavorare sullo sviluppo di questa tecnologia. Il tessuto in cui sono realizzati i calzini infatti, è in grado di integrare sensori di vario tipo. Per misurare la temperatura, ma anche sensori di umidità, di pressione, di luce e di movimento, LED e chip RFID. Che potranno essere implementati per la realizzazione di nuovi dispositivi medici e non solo.