Una community di viaggiatori indipendenti, ma anche una piattaforma per condividere esperienze. Ne parliamo con Emiliano Piccinin, founder del progetto
Abbiamo incontrato 1000Roads, una startup che ci parla di viaggi, estate e innovazione. 1000Roads (A Thousand Roads) è una community di viaggiatori indipendenti che ha l’obiettivo di cambiare il modo in cui si viaggia per farne un’esperienza social e peer-to-peer, all’insegna della sharing economy.
Il punto di forza di 1000Roads è la piattaforma web, dove i viaggiatori condividono esperienze e cercano compagni di viaggio. Ognuno può proporre un itinerario e trovare compagni di avventure, scegliendo meta, tappe, modalità di viaggio e budget. Per i meno propositivi, c’è anche la possibilità di entrare a far parte di un gruppo di viaggio ideato da un altro, come spiega Emiliano Piccinin, founder del progetto, insieme a Pier Luigi Pallini e Sara De Vincenzo.
Come nasce l’idea di 1000Roads?
Nasce da tre colleghi di ufficio, appassionati di viaggi. Nasce soprattutto dall’aver interpretato un bisogno reale con cui molte persone finivano per scontrarsi: trovare un compagno di viaggio per realizzare proprio quello dei propri sogni, quel viaggio che si desidera fare da tempo ma per il quale non si trovano mai le persone giuste disposte a partire.
Da quell’ufficio di Poste Italiane, dove io e gli altri founder Sara De Vincenzo e Pier Luigi Pallini siamo partiti, la situazione ci è sfuggita di mano… Abbiamo creato prima una pagina Facebook che in pochi mesi ha raggiunto oltre 3000 follower e abbiamo avuto 3000 visitatori al mese sul nostro sito web.
Non volevamo però che la nostra community vivesse solo online, e così abbiamo organizzato il primo evento per condividere le proposte e i racconti di viaggio. Già lì eravamo in 100 persone. Dopo un solo anno, abbiamo costituito l’associazione e coinvolto anche le ambasciate. Più di 6 sono quelle intervenute ai nostri eventi.
Il cuore del progetto è la community.
Funziona così. Se cercate un compagno di viaggio potente andare sul sito di 1000Roads e vedere quali viaggi sono in partenza o in alternativa, proporne uno, inserendo budget, range di date di partenza e ritorno e l’itinerario che vorreste percorrere. Poi lanciate la proposta nella community in cerca di chi si vuole aggregare. È semplice e si trova sempre il compagno giusto per ogni avventura. Poi ci sono gli eventi: incontri in cui chi è già partito racconta l’esperienza a chi partirà, e così i viaggi nascono dal basso. Dalla condivisione delle esperienze e conoscenza dei viaggiatori.
Come si distingue 1000Roads da altre piattaforme?
I viaggi di 1000Roads sono davvero social e basate su logiche peer-to-peer. Tutto nasce dalla collaborazione tra le persone e dalle idee e proposte dei viaggiatori. Le altre piattaforme hanno finito per riprodurre un approccio top-down da tour operator proponendo di fatto agli utenti i loro pacchetti. Noi crediamo nel valore del viaggio come avventura spontanei: non ci sono tour predefiniti, ogni viaggiatore propone il viaggio esattamente come lo desidera. In questo senso non esistono e non esisteranno mai due viaggi identici. Un bel vantaggio, anche perché i viaggi autonomi e originali sono anche quelli che riescono meglio e che costano meno cosi come tutti quei servizi di sharing economy che oltre a migliorare l’esperienza degli utenti si sono rivelati vantaggiosi.
Siete nati a Roma e pronti per Milano. Quali le prossime tappe?
Siamo partiti con piccola community ma già ben strutturata un anno fa a Roma e adesso ci prepariamo ad a Milano. Per le altre città ci piacerebbe un roadshow che faccia conoscere in breve 1000Roads in tutta Italia, anche perché la forza di questo progetto è la rete che genera. Una volta nata, la community vive da sola, grazie alla collaborazione tra gli utenti e la condivisione dei viaggi che, non ci stancheremo mai di ripeterlo, nasce e si alimenta dal basso.
Agli startupper che viaggio consiglieresti per questa estate?
Senz’altro l’India. Perché è un viaggio vero, di quelli che ti cambiano il punto di vista. E noi startupper spesso abbiamo bisogno di indossare altre lenti per guardare alle nostre idee ed imprese e migliorarle ogni giorno.
Emanuela Perinetti
@manuperinetti