Made in Italy, l’acquisizione di Grand Marnier da parte di Campari (annunciata a metà marzo) prosegue. Opa iniziata: durerà fino al 21 giugno. Quanto contano gli investimenti food in Francia
L’Opa di Campari su Grand Marnier (già annunciata a metà marzo, subito dopo un altro intervento del made in Italy, l’acquisizione del caffè di Carte Noire da parte di Lavazza) è partita. Ad annunciare l’apertura dell’Offerta pubblica d’acquisto amichevole sulle azioni di Societé Des Produits Marnier Lapostolle S.A è stata la stessa Campari: il periodo dell’offerta rimarrà aperto fino al 21 giugno. Il prezzo è pari a 8,050 euro per azione (incluso il dividendo finale pagato da Spml) con un premio del 60,4% rispetto al prezzo delle azioni Spml alla chiusura del mercato azionario alla data dell’11 marzo; un premio del 126,4% sul prezzo minimo registrato dalle azioni Spml nel corso dei 24 mesi precedenti l’11 marzo; un premio del 52,9% sul prezzo massimo raggiunto dalle azioni Spml nel corso dello stesso periodo. Da ricordare che Spml nel 2015 ha realizzato vendite per 151 milioni di euro, il 92% fuori della Francia, con un Mol di 30,8 milioni. Il fatturato di Campari è invece raddoppiato in 10 anni: dagli 810 milioni di euro del 2005 è passato a 1 miliardo e 656,8 milioni di euro del 2015, con l’Italia e gli Usa a rappresentare insieme oltre il 47% del totale.
“L’operazione prosegue”
Bob Kunze-Concewitz, Chief Executive Officer di Davide Campari ha commentato: “Siamo lieti di comunicare che l’acquisizione di Grand Marnier prosegue, dal momento che abbiamo ricevuto l’autorizzazione da parte dell’autorità antitrust americana. L’Offerta Pubblica d’Acquisto amichevole è aperta per una durata di 25 giorni di Borsa aperta. Riteniamo si tratti di un’offerta vantaggiosa, che riflette ampiamente la qualità e le potenzialità di questa società, e siamo quindi fiduciosi che essa verrà accolta favorevolmente dagli azionisti di Spml”. “Siamo fiduciosi che Gruppo Campari – ha dichiarato Francois de Gasperis, Presidente di Spml – sia la migliore controparte in grado di sviluppare e sfruttare appieno il potenziale del brand Grand Marnier a livello mondiale”.
Obettivo crescita globale
Spml nel 2015 ha realizzato vendite per 151 milioni di euro, il 92% fuori della Francia, con un Mol di 30,8 milioni. Al momento dell’annuncio di marzo l’ad Campari, Bob Kunze-Concewitz dell’acquisizione di Grand Marnier disse che “si inserisce in modo ideale nella nostra strategia di crescita esterna sia in termini di profilo di brand, sia di struttura distributiva e finanziaria”. A livello distributivo, “Grand Marnier ci offre l’opportunita’ unica di continuare a fare leva sulla rafforzata piattaforma distributiva a livello internazionale, grazie alla sua perfetta sovrapposizione a livello geografico. Inoltre, continuiamo a fare leva sulle nostre forti strategie di marketing e sul consolidato track record di rilancio e accelerazione di brand ad alto potenziale”. Campari, nata nel 1860, è prima diventata simbolo dell’aperitivo italiano ma poi, in 150 anni di storia, ha acquisito una posizione talmente forte da conquistare a oggi il 45% dei brand globali.
Campari: bene il primo trimestre
Il Gruppo Campari ha chiuso intanto il primo trimestre con ricavi per 327,4 milioni di euro, Ebitda a 66,8 milioni (+18,8%, variazione organica +19,1%), utile prima delle imposte di 34,2 mln (-4,3%) e rettificato per le componenti non ricorrenti a 40,2 (+26,1%). ‘Nel primo trimestre del 2016 abbiamo registrato risultati molto positivi per tutti gli indicatori di performance operativa a livello organico”, il commento di Kunze-Concewitz. I brand “a priorià globale e a elevata redditività continuano a mostrare un andamento positivo e superiore alla crescita media del Gruppo, a beneficio dell’espansione della marginalità operativa”, accompagnata da una crescita organica positiva in tutte le aree geografiche di riferimento. Per quanto riguarda la crescita esterna del Gruppo, nella seconda parte dell’anno il perimetro rifletterà proprio “gli effetti del contratto distributivo in esclusiva a livello globale del portafoglio spirit di Grand Marnier, nonché l’impatto del consolidamento del business di Societé des Produits Marnier Lapostolle S.A.”.
Il food made in Italy investe di più in Francia
Del resto il made in Italy sta investendo sempre di più in Francia: l’Italia è infatti salita sul podio degli investimenti stranieri Oltralpe: nel 2015 il nostro paese ha superato l’Inghilterra ed è diventato il terzo investitore straniero in Francia, con 1.800 imprese complessivamente presenti sul territorio francese che impiegano oltre 100 mila persone. E proprio l’agroalimentare è tra i settori prevalenti degli investimenti italiani in Francia, con l’11% dei progetti italiani. Gli altri sono il trasporto/stoccaggio (12%) e il tessile/abbigliamento (12%).