A fine marzo il portale dell’artigianato italiano con oltre 120 iscritti sbarcherà negli Usa dove proverà a spingere il Made in Italy nel mercato americano con una versione in inglese
A fine marzo inizia l’avventura internazionale di Reputeka, il sito-vetrina per l’artigianato artistico, lanciato online lo scorso ottobre da un nucleo di manager e sviluppatori con sede a Trento. Partirà anche la versione in inglese, in vista dell’espansione verso il mercato americano, e nel resto d’Europa. “Il nostro modello si colloca a metà fra quello di Amazon ed eBay – spiega a StartupItalia il fondatore Luca Cornali – se il primo gestisce ogni aspetto, il secondo richiede dai venditori un minimo di conoscenze tecniche”.
Come funziona Reputeka
Reputeka invece consente agli iscritti di creare liberamente il proprio negozio online (secondo un layout che è comunque standard) e non interferisce sui prezzi, come fa invece Amazon, ma gestisce in maniera centralizzata tutti gli altri aspetti della vendita. È Reputeka che incassa i pagamenti, che gira poi agli artigiani trattenendo una percentuale, che traduce i testi in lingua straniera, ed organizza le spedizioni. “L’artigiano – dice Cornali – non deve far altro che preparare il pacchetto. Noi chiediamo solo che il prezzo sia scontato rispetto al prezzo in negozio, ma non diamo indicazioni di prezzo”.
Un modello che potrebbe rivelarsi particolarmente efficace al momento dello sbarco negli Usa, dato tutte le transazioni fra cliente finale e Reputeka passeranno attraverso una società gemella, creata nel Delaware (ma la sede operativa è in Nevada), mentre quelle fra artigiani e sito avverranno sui circuiti bancari italiani. Non saranno necessari, dunque, complicati giri di valuta a livello internazionale. La startup non si avventurerà comunque, sul difficile mercato americano, da sola: sono in corso colloqui con un partner statunitense che si occuperà del marketing e della logistica. “L’idea – spiega Cornali – è quella di fare un accordo di lungo periodo, magari con un sistema di condivisione degli utili. Vorremmo crescere insieme”.
120 artigiani iscritti
Quanti sono gli artigiani iscritti? Al momento all’incirca 120, quantità più che soddisfacente per il giovane Ceo, parla di una “risposta superiore ad ogni aspettativa”. Oltre ad una prima scrematura di artigiani potenzialmente interessati, passata attraverso le associazioni di categoria, e alla selezione diretta fatta da Reputeka, tante sono state le candidature spontanee. Segno, sottolinea Cornali, che in tempi di crisi le piccole imprese artigiane vedono in portali come Reputeka un possibile prezioso alleato per vendere le loro creazioni. Al sito lavorano al momento in 6 fra fondatori, CTO e soci.
L’ottimismo è palpabile: in fondo in Italia ci sono all’incirca 380.000 artigiani e solo pochi canali di e-commerce degni di questo nome (eBay è fuori classifica). I margini di crescita, anche all’estero, puntando sull’appeal del Made in Italy, ci sono. Purché non ci sono metta in mezzo la solita farraginosità nostrana. Anche solo arrivare fino a qui, non è stato facile.
“Abbiamo usufruito di un primo investimento seed attraverso i fondi strutturali europei – racconta il co-fondatore – Poi, nel 2013 fatto una ricerca per trovare degli investitori veri e propri, ma ci siamo scontrati con la situazione italiana, nessuno ci dava fiducia; ma alla fine abbiamo trovato due italiani (con società in Usa) che ci hanno creduto . L’anno scorso poi è arrivato un altro investimento da un pioniere italiano del fotovoltaico”.
Una cosa, Cornali, ci tiene a sottolinearla. “La nostra – dice – non è la tipica startup che vuole scimmiottare i modelli Usa, ma nasce dalle specificità del nostro territorio. Io credo che l’Italia abbia tante risorse, dall’artigianato al turismo, e la tecnologia può essere un mezzo per valorizzarle”.