Il centro californiano per i geni dell’innovazione ha lanciato un programma di espansione globale e c’è anche l’Italia: da gennaio, a Milano, ci saranno corsi mensili gratuiti targati Singularity
La Singularity University arriva in Italia, più precisamente a Milano, dove verrà presentata domani, 3 dicembre, presso l’area Spazio Innovazione (Spin) a San Babila. Il centro di ricerca e d’innovazione della Silicon Valley apre un capitolo anche nel nostro paese, seguendo una strategia di espansione globale che prevede la diffusione del “metodo” Singularity al di fuori della California.
L’università che non è un’università
Fondata nel 2008 da Ray Kurzweil Peter Diamandis, la Singularity University, a dispetto del suo nome non è una vera università, ma qualcosa che sta a metà tra un centro di formazione, un think-tank e un incubatore di startup. Le sue attività consistono in un programma estivo di 10 settimane durante le quali avvengono incontri, lezioni, e laboratori finalizzati a “ispirare e formare imprenditori e futuri leader affinché usino le tecnologie per risolvere le sfide dell’umanità” come da definizione. Il suo nome, Singularity, richiama la “singolarità tecnologica”, concetto usato dai futurologi per indicare il momento in cui si presume avvenga un’accelerazione tale dello sviluppo tecnologico da andare oltre la capacità di comprensione dell’essere umano. Per accedere ai corsi della Singularity (tutti basati sulla tecnologia, robotica e intelligenza artificiale) bisogna superare una selezione durissima, che ogni anno lascia fuori tantissimi cervelli. Proprio per bilanciare un accesso decisamente elitario, la Singularity ha lanciato qualche mese fa “The global Plan”, cioè un programma di espansione globale fuori dalla Silicon Valley.
Il programma Singularity U
Le sedi “decentrate” della Singularity puntano a creare una rete, un network di alumni che possano collegarsi e realizzare l’innovazione che hanno in mente: in altre parole creare un ecosistema di menti “Singularity” intorno al mondo che possano portare avanti progetti capaci di avere un impatto sulla vita delle persone. Questo ecosistema si chiama Singularity U: “Per favore tieni a mente che questo è solo il primo passo di un esperimento globale gigante – ci ammonisce il sito – il nostro team ha ideato per questa prima fase un modello bottom-up per il quale abbiamo bisogno di tutto il vostro aiuto”. Per cominciare a espandere la rete, la Singularity ha individuato degli “ambasciatori” per ogni sede locale: a capo della Singularity U di Milano c’è David Orban, docente della stessa Singularity.
Corsi gratuiti e aperti a tutti
La struttura dei corsi delle sedi locali della Singularity sono un po’ diversi dal programma tradizionale californiano. Innanzitutto sono gratuiti (mentre il corso in Silicon Valley ha un costo piuttosto salato): per frequentarli servirà solo una application. E poi non ci sarà una sede fissa, ma gli incontri saranno itineranti. Verrà organizzata più o meno una conferenza al mese e ogni 3 mesi verrà cambiata location: “L’idea che è non ci sia una sede fissa, – ha precisato David Orban su Facebook – ma si sposti di tre mesi in tre mesi in base ad un concorso di bellezza, scegliendo il posto dove mettere lo stendardo Singularity U tra quei candidati che saranno i più creativi, innovativi, che dimostreranno con progetti concreti come pensano di approfittare della presenza e che, ragionevolmente, possano mirare a fare attività che lascino un’eredità che possa fiorire quando ce ne saremo andati. Sia centri di innovazione aziendali che spazi di coworking, fablab, hub universitari” e chi più ne ha più ne metta.