È stata inserita da Forbes tra le 20 donne africane più influenti al mondo. Ora Patience Mthunzi, giovane scienziata sudafricana, è vicina al suo obiettivo: «Contrastare il virus dell’HIV con i laser»
Non mi era mai capitato di pensare che i laser fossero in grado di “trasportare” qualcosa all’interno del nostro corpo. Normalmente è facile associarli ad azioni più invasive. Terapie e operazioni efficaci, certo, ma dotate di una silenziosa e positiva violenza. In medicina sono usati largamente in vari ambiti: dall’odontoiatria alla distruzione di calcoli renali, dalla cura delle ferite causate dal diabete alla correzione della miopia.
Ma quando ho avuto la fortuna di ascoltare Patience Mthunzi, una scienziata sudafricana che sta dedicando la sua vita a studiarli, ho capito che i laser possono fare molto di più. Anche avere un ruolo decisivo nel contrasto a virus come l’HIV.
Chi è Patience Mthunzi
Patience è Senior Scientist per il Sudafrica presso il Biophotonics Research Group. Fa parte di un team di scienziati specializzati in ricerca a livello microscopico su cellule, tessuti e molecole biologiche attraverso l’uso di laser. È stata la prima sudafricana a conseguire il Dottorato presso la School of Physics and Astronomy all’Università di St. Andrews in Scozia. È stata insignita dell’Ordine di Mapungubwe, la massima onorificenza concessa dal Sudafrica, dal Presidente Zuma. Nel 2012 è stata inserita tra le 20 giovani e influenti donne africane da Forbes.
L’uso dei laser contro l’HIV
Patience parte da una semplice premessa: «Cosa fate quando avete mal di testa? Ingoiate un’aspirina. Ma prima di arrivare alla testa, dove si percepisce il dolore, la pillola passa attraverso lo stomaco, l’intestino e vari altri organi. Ingoiare una pillola è il sistema più efficace e indolore di fare arrivare un medicinale nel corpo. Lo svantaggio è che ingoiare medicinali li diluisce».
Questo svantaggio diventa un vero problema nei pazienti affetti da HIV: «Soprattutto quando prendono farmaci antiretrovirali che servono ad abbassare la quantità di virus nel sangue e ad aumentare la conta delle cellule CD4. Nel tempo che ci vuole affinché arrivino al sangue, infatti, vengono diluiti. È ancora peggio se consideriamo il tempo che ci mettono a raggiungere la destinazione che conta di più: le riserve di virus dell’HIV».
Un virus dormiente e pericoloso
Ci sono alcune zone del corpo, come i linfonodi, il sistema nervoso e i polmoni, dove il virus può rimanere dormiente. Anche grazie a terapie che devono essere portate avanti per tutta la vita ma che non assicurano che il virus non si possa risvegliare e infettare nuove cellule del sangue. «Allora un giorno mi sono seduta chidendomi: possiamo far arrivare il trattamento direttamente nelle riserve del virus, senza il rischio di diluire i medicinali?».
La risposta era proprio davanti agli occhi: «Sì, grazie ai laser». Ed è già diverso tempo che alcuni scienziati guidati da Patience testano questa tecnologia in laboratorio: «Inviamo un minuscolo e potente raggio laser nella membrana delle cellule infette da HIV mentre queste cellule sono immerse in un liquido che contiene il farmaco. Il laser fora la cellula, mentre la cellula ingoia il farmaco nel giro di un microsecondo. Prima di rendervene conto il foro è già stato immediatamente riparato».
Un apparecchio innovativo a tre testine
Per rendere efficace questa soluzione è stato creato un apparecchio dotato di tre testine: «La prima, il nostro laser, farà un’incisione nel punto dell’infezione. La seconda, la telecamera, va in cerca dell’infezione. Infine, la terza, un irrigatore che distribuisce il farmaco, recapita il farmaco direttamente sull’infezione, mentre il laser viene usato per tenere le cellule aperte».
Per ora si tratta di semplici test effettuati in laboratorio. Non è ancora stato testato su un essere umano perché il team vuole aspettare di avere dei riscontri definitivi: «Un giorno, se avremo successo, questa tecnologia può portare alla completa eliminazione dell’HIV nel corpo». Ed è per questo che ogni giorno Patience lavora. Ed è per questo che tutti dovremo tifare per lei.
@ilmercurio85