«Lavorando da tempo nel comparto della mobilità e dell’automotive ci eravamo resi conto che interi settori hanno un grande bisogno di innovazione. Così ci siamo concentrati sul trasporto pubblico locale. In questo ambito l’unico modo per aumentare il fatturato delle aziende è convincere le persone a usare di più i mezzi pubblici». Amalia Di Nardi e Alessandro Cafagna, entrambi baresi di origine e con un background da ingegneri, hanno fatto esperienza in realtà importanti (Di Nardi in Masmec, dove curava lo sviluppo di processi innovativi; Cafagna in Philips come Marketing Manager Worldwide nel settore della componentistica elettronica), prima di fondare la startup TechRail.
Cosa fa la tecnologia di TechRail
Lanciata nel 2019, TechRail è una società di hardware e software che finora ha montato la propria tecnologia su circa un centinaio di bus dell’Amtab, l’azienda dei trasporti pubblici locali del capoluogo pugliese. «A bordo di ogni mezzo installiamo tre sensori, posti sul soffitto e poco impattati rispetto al design. Si tratta di un rete neurale».
La piattaforma sviluppata dalla startup barese di chiama RightMetro e uno dei suoi primi obiettivi è stato quello di contare i passeggeri a bordo. «Finora il conteggio, un dato importante, veniva svolto tramite tecnologie datate, con un alto tasso di errore», ha spiegato dal team. L’azienda riferisce che la propria innovazione ha un’affidabilità del 99%. Col tempo sono state introdotte altre funzioni, come la videosorveglianza intelligente, in grado di riconoscere atti di vandalismo e dare modo alle autorità di intervenire.
Right Metro è poi in grado di effettuare un controllo dei paganti e, grazie alla sensoristica esterna, effettuare il rilevamento degli ostacoli, riducendo così il rischio di incidenti. Un altro elemento che inserisce l’offerta di TechRail nel grande contenitore della MAAS (Mobility As A Service) va individuato nella capacità di mappare e monitorare il manto stradale, classificando le buche.
Quanto si spende con il PNRR per i mezzi pubblici?
Come sottolinea Ispra, la decarbonizzazione del settore dei trasporti rappresenta una delle strategie più promettenti per ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. Tra le risorse a disposizione per raggiungere quel traguardo ambizioso va considerato anche la parte del PNRR destinata al trasporto pubblico locale: in tutto 9,5 miliardi di euro.
La voce di spesa più consistente riguarda il rinnovo del parco veicoli e dei treni (3,64 miliardi di euro). Da quanto si legge su openpolis, quasi il 38% dei finanziamenti andrà a interessare città e territori del Mezzogiorno.
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In che stato è il trasporto pubblico locale in Italia?
Tecnologie innovative come quella proposta da TechRail si confrontano con una situazione non facile a livello nazionale per il trasporto pubblico locale. Tra il 2019 e il 2022 – riferiscono i numeri del 20esimo Rapporto sulla mobilità degli italiani pubblicato da ISFORT – i passeggeri sono diminuiti del -21%. L’incidenza del fatturato dell’intero settore sul PIL è stata dello 0,40 nel 2019, contro lo 0,86% della Germania e lo 0,48% della media europea. Bisogna poi fare i conti con l’età media del bus: oltre 10 anni (anche se il dato è in diminuzione rispetto al 2016)
Sviluppatasi negli anni della pandemia, la tecnologia di TechRail è stata testata dall’ATM – l’azienda del trasporto pubblico milanese – quando, nel 2020, c’era la necessità di verificare il distanziamento sociale sulle banchine nella metropolitana (il test è avvenuto sulla M2). Al momento l’azienda conta su un team composta da una decina di professionisti e ha raccolto 120mila euro.
Con la transizione ecologica in corso e il rinnovo delle flotte delle aziende del TPL, la startup punta soprattutto a equipaggiare i mezzi green con RightMetro, mettendo così su strada veicoli intelligenti in grado di verificare la sicurezza a bordo, migliorare l’esperienza lato passeggeri e fornire pure ai comuni una piantina delle buche da sistemare.