Non potremmo certo parlare di una libertà conquistata, ma senz’altro il passaggio dalla dittatura nordcoreana al regime autoritario di Putin ha significato una censura in meno per i soldati che Kim Jong-un ha fornito al presidente russo per sostenere le forze di Mosca nella guerra seguita all’invasione dell’Ucraina. Come ha scritto su X Gideon Rachman, a capo della sezione Esteri del Financial Times, «una fonte solitamente affidabile mi dice che i soldati nordcoreani che sono stati dispiegati in Russia non avevano mai avuto accesso illimitato a internet. Di conseguenza, si stanno abbuffando di pornografia».
Porno, una “libertà” in più per i soldati di Kim Jong-un
L’indiscrezione è stata commentata perfino dagli Stati Uniti, che nelle scorse settimane hanno confermato la presenza di oltre 10mila soldati nordcoreani in Russia. L’accesso a internet nel Paese governato da Putin subisce senz’altro restrizioni, ma come segnala Politico la politica di Pyongyang è tra le più restrittive al mondo rispetto al web: una volta trasferiti in Russia i militari avrebbero dunque assaggiato un briciolo di libertà in più.
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La guerra in Ucraina, faccenda decisamente più seria, rimane uno scenario geopolitico pieno di interrogativi. Dopo la vittoria questa settimana di Trump alle elezioni USA, Putin si è congratulato con il presidente eletto, con il quale auspica di avviare un dialogo per la conclusione del conflitto. I critici temono che il tycoon finirà per favorire Mosca, azzerando l’invio di aiuti militari a Kiev.