Non è un lunedì positivo per Stellantis (in apertura lo stabilimento di Mirafiori, a Torino, dove la cassa integrazione durerà fino all’8 gennaio 2025). In Borsa il titolo sta perdendo oltre l’8% dopo l’annuncio delle dimissioni con effetto immediato da Ceo di Carlos Tavares, travolto dai risultati sulle vendite al di sotto delle aspettative. La situazione non è però rosea neppure per i competitor, soprattutto nel Vecchio continente. L’industria automobilistica europea sta attraversando un periodo di crisi dovuta a diversi fattori. Pesa la concorrenza cinese – su cui Bruxelles ha imposto dazi nelle scorse settimane – ma avrebbe influito anche il piano imposto da Bruxelles verso la transizione elettrica delle flotte giudicato dall’industria troppo accelerato. Vediamo i fronti aperti nel comparto.
Volkswagen: il primo giorno degli scioperi
Oggi, lunedì 2 dicembre, sono iniziati gli scioperi dei dipendenti Volkswagen, il gruppo automobilistico tedesco e tra i più grandi a livello europeo, per protestare contro il piano della casa di Wolfsburg di chiudere tre stabilimenti, avviare un piano da migliaia di licenziamenti e tagliare il 10% degli stipendi. Su StartupItalia ci siamo occupati della vicenda, vista dalla prospettiva dell’indotto italiano: le aziende che collaborano con Volkswagen hanno espresso preoccupazione da tempo. Il giro d’affari sfiora i 2 miliardi di euro.
Bosch: quanti licenziamenti ha annunciato?
Nei giorni scorsi è emerso un quadro in peggioramento per Bosch, brand che si occupa della fornitura di componenti per il settore automotive. La società ha comunicato un piano di licenziamenti che colpirà 5.500, la maggior parte in Germania. Come riporta il Sole 24 Ore la divisione più colpita da questa misura è la Cross-Domain Computing Solutions, dedicata a tecnologie come assistenza alla guida e automazione.
Perché è fallita KTM?
Nei giorni scorsi KTM, un brand noto in ambito motociclistico, ha presentato istanza di fallimento e ora è in autogestione. L’azienda non è stata in grado di ripagare 1,8 miliardi di euro che deve a oltre 2mila creditori e il debito complessivo ammonta a circa 3 miliardi di euro. I vertici hanno parlato di un pit stop per il futuro, ma intanto è confermata una riduzione del personale.
Perché Schaeffler sta licenziando?
A inizio novembre scorso la tedesca Schaeffler ha comunicato che licenzierà 4.700 posti persone in tutta Europa nei prossimi anni: il piano impatterà sui siti produttivi in Germania ma anche nel resto del continente (in Italia sono tre le fabbriche tra Novara e Milano). Le ragioni sono collegate alla crisi di Volkswagen, tra i suoi principali clienti. Attiva nel campo della componentistica per auto, Schaeffler starebbe puntando a rilocalizzare la produzione al di fuori dell’Europa, con India e Cina come probabili destinazioni.
Cosa c’entra il fallimento di Northvolt con l’automotive
A ottobre scorso Northvolt Ett Expansion AB, controllata dell’omonima società svedese attiva nel settore delle batterie e della mobilità elettrica, ha depositato istanza di fallimento. L’ex promessa europea del settore, fino allo scorso anno candidata a diventare il soggetto che avrebbe permesso al Vecchio continente di poter giocare un ruolo in un’industria finora tutta in mano cinese, ha visto fallire i propri piani: i licenziamenti in programma colpiranno 1600 dipendenti.
Quanti sono i licenziamenti nell’industria dell’auto in Europa?
La Clepa, l’associazione di rappresentanza dei fornitori del settore automotive, ha comunicato che dal 2020 a oggi il comparto ha registrato il taglio di circa 86mila dipendenti, il 60% dei quali soltanto in Germania. Secondo quanto denuncia l’organizzazione, «la redditività nel settore delle forniture rimane insufficiente a sostenere gli investimenti critici necessari per la transizione verde e digitale dell’Europa, il che mette in pericolo la leadership nell’innovazione automobilistica».
Stellantis, cosa succede dopo le dimissioni di Tavares
I nomi per il post Tavares che circolano sui principali quotidiani sono diversi, a partire da quello di Luca de Meo, attuale numero uno di Renault e responsabile dell’Acea; compaiono poi sulla stampa quelli di Jean-Philippe Imparato, ex Ad di Alfa Romeo e da ottobre chief operating officer Enlarged Europe di Stellantis e Ceo di Pro One, e di Edouard Peugeot, figlio dell’attuale presidente di Peugeot Invest.