Ha iniziato a conoscere il mondo della droga molto presto, quando aveva soltanto 11 anni. Nove anni dopo è stato arrestato, ma ha deciso di scontare la pena nella comunità di San Patrignano. In quella che diventa casa sua, Antonello Nakhleh, originario di Modena oggi 38enne, trova il modo di riscattarsi e trasformare quella brutta storia in un’esperienza bellissima fianco a fianco di quelli che diventeranno i suoi migliori amici: i cani. «Sono nato imprenditore e, a un certo punto, ho deciso di sfruttare questo mio talento in maniera positiva per cambiare non solo la mia vita ma anche quella degli altri». Questo nuovo appuntamento con il nostro filone dedicato agli underdog, quelli che non si danno mai per vinti e sanno trasformare le debolezze in punti di forza, oggi arriva a Modena, e inizia da quella difficile adolescenza vissuta da Antonello, cresciuto a stretto contatto con il mondo della tossicodipendenza da cui, a un certo punto, ha deciso di uscirne per non tornarci più.
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Dalla tossicodipendenza alla vita in comunità
«Sono nato in una famiglia normalissima da padre siriano e mamma sarda. Durante l’adolescenza ero affascinato dalla trasgressione, così sono passato dai motorini truccati alla cannabis, all’alcool, fino all’abuso di sostanze stupefacenti e allo spaccio – racconta Antonello a StartupItalia – A 20 anni sono stato arrestato ma ho chiesto la possibilità di scontare la pena nella comunità di San Patrignano. Io credo di essere nato con un mindset imprenditoriale che, durante l’adolescenza, sfruttavo in modo negativo ma che, piano piano, ho imparato a mettere a fuoco e a frutto». Antonello, fuori dalle sbarre di una cella, si ritrova in comunità, che diventa la sua casa e non solo. «A San Patrignano mi avevano affidato la gestione di un canile – racconta – Quell’impegno è stato il mio primo strumento di crescita. Avevo la responsabilità di badare ai cani: educarli, stargli dietro.. Tra le attività di cui mi occupavo c’era anche la pet therapy, pertanto ho avuto modo di stare a contatto con i malati negli ospedali. Questa esperienza mi ha cambiato la vita. Ho conosciuto persone malate che non sapevano neppure se il giorno dopo avrebbero di nuovo aperto gli occhi. Vedere altri in quelle condizioni e poterli aiutare con la presenza di un animale è stato per me qualcosa di impagabile, mi faceva stare bene».
Così per Antonello inizia il secondo capitolo della sua vita, che si potrebbe intitolare “Il riscatto”.
La svolta
Nei 5 anni trascorsi in comunità, Antonello sente che quella vicinanza agli animali può diventare qualcosa di più. Inizia a studiare, a formarsi come educatore cinofilo, poi la svolta. «Avevo raggiunto un buon livello che mi ha permesso di passare alla fase successiva: quella dell’inserimento sociale, che consiste nel vivere in una casa fuori dalla comunità e lavorare. In quel periodo facevo ancora il pet therapist, avevo il mio stipendio e stavo meglio, ma non mi sentivo completamente realizzato». Antonello non è un tipo da sottostare alle dipendenze di qualcun altro: «Mi sentivo come se mi avessero un po’ tagliato le gambe. Sapevo che potevo fare di più, molto di più. Così ho mollato l’inserimento sociale, sono tornato a Modena e ho iniziato a mettere le basi del mio progetto in cui ho sempre creduto moltissimo: avviare un centro cinofilo». La grande capacità di Antonello è stata quella di saper riconoscere quella verve imprenditoriale che lo aveva sempre accompagnato e sfruttarla per migliorare la sua vita e quella degli altri. «Non è etico da dire ma spacciare significa vendere e io a fare quello ero molto bravo. Ho passato 9 anni dietro a quello, anche se nell’illegalità – racconta – A un certo punto, dopo un po’ che vivevo in comunità, mi sono reso conto che avrei potuto sfruttare quella dote in modo positivo. Una volta l’egocentrismo mi isolava, ora mi fa vivere, la presunzione oggi la uso per darmi nuovi obiettivi e l’ambizione per credere ancora di più in quello che faccio». Così la vita di Antonello ha iniziato a prendere tutt’altra forma.
La nascita del centro cinofilo
Se c’è una cosa a cui Antonello non può proprio rinunciare è la vicinanza agli animali. «Ho iniziato a fare il dog sitter, lavoravo negli allevamenti, poi l’educatore e dopo ho iniziato a preparare corsi ed eventi. Così ho creato forza lavoro. Inizialmente guadagnavo 5 euro in un’ora, poi sono arrivato a 40 e ho iniziato a capire di che cosa c’era bisogno nel mercato. Oggi il cane è sempre più comune nelle famiglie, pertanto ho pensato di dare vita a un asilo per cani dove possono stare tutti insieme in libertà senza box o gabbiette. Sono, così, arrivate le prime collaborazioni e i promotori, a partire dal Modena Volley, che mi invitava nei palazzetti durante le partite di pallavolo per accompagnare con i cani le persone disabili. Questa esperienza ha reso il mio lavoro qualcosa di sempre più esclusivo, che aumentava la qualità della vita vita e il benessere psicofisico di altre persone, mi riempiva di gioia e funzionava. Così ho iniziato a farmi conoscere, e tramite il “passaparola” il lavoro è raddoppiato. Penso di essere stato tra i primi a offrire un servizio di pet therapy in un palazzetto sportivo». Poi arriva l’idea: creare un centro cinofilo polivalente. «Questo vuol dire che una persona che chiama trova qualsiasi tipo di servizio: dalla pet therapy al pet sitting. E dato che non sapevo come reclutare dipendenti formati, ho avviato la mia scuola di formazione». Oggi quell’idea si chiama “Hello Dog Cinofilia” e si basa sullo sviluppo del pieno potenziale tra uomo e cane su valori che hanno a che fare con l’attenzione, il rispetto, la fiducia, la comunicazione, in un clima di reciprocità.
«Con la mia attività sono passato da un guadagno di 5mila euro a mezzo milione di euro senza aiuti, contando solo sulle mie forze e quelle dei miei amici a 4 zampe – conclude Antonello – Per me nn c’è mai stato un “piano B”, il “piano B” è sempre stato quello di migliorare il “piano A”.
Che cosa c’è nel futuro di Antonello?
«Oggi racconto agli altri la mia esperienza. Uscire dalla tossicodipendenza e dalla criminalità non è facile, ma si può. E si può anche creare una realtà di successo dopo esperienze così negative». Nel futuro di Antonello ora c’è la creazione di un franchising e la realizzazione di un podcast che, ovviamente, parla di lui e dei suoi cani. «Sapevo che sarei andato avanti, sapevo chi ero e che cosa volevo, e questo ha fatto la differenza – conclude – Per me oggi la cosa essenziale è, prima di tutto, stare bene con me stesso. Il vero successo te lo senti dentro, e quando lo raggiungi è una soddisfazione impagabile. E poi creare rapporti che ti portino a evolvere, basati sulla comunicazione, sulla fiducia e la sincerità, che avviene solo quando c’è rispetto reciproco».