Come ha scritto nel suo ultimo editoriale sul Times, a suo avviso «non c’è da stupirsi che un pub al giorno stia chiudendo». Jeremy Clarkson, l’ex conduttore di Top Gear e Grand Tour, si è scagliato contro un certo tipo di clientela che da più di un anno a questa parte frequenta il suo pub nell’Oxfordshire, The Farmer’s Dog.
Sono i palati difficili, quelli che si lamentano di cibo e bevande e, magari, finiscono con il minacciare il gestore perché si sarebbero sentite male dopo un pasto. Chi segue le imprese di Jekka da anni e non si è preso una puntata di Clarkson’s Farm, la serie disponibile su Prime Video, conosce le fatiche dello showman nel gestire una azienda agricola con tanto di spaccio e pub.

Perché Jeremy Clarkson pensa a un nuovo ban al suo pub?
Sono diverse le persone bandite dal pub di Jeremy Clarkson, tra cui il primo ministro UK Keir Starmer e James May (sì, l’ex collega di recensioni). Ma il giornalista inglese starebbe riflettendo di allargare il divieto anche a chi soffre di intolleranze alimentari. Lui li ha definiti «appassionati della intolleranza alimentare».

Posto che per gestire un ristorante o qualsiasi attività che venda cibo o bevande non si possa scherzare su cosa si mette nel piatto o nel bicchiere del cliente, Jeremy Clarkson si è però sfogato contro quella che ha definito una epidemia di frodi. C’è chi ha minacciato di essere stato intossicato con la richiesta di un risarcimento da 50mila sterline.

«L’altro giorno abbiamo avuto una cliente che ha affermato di aver ricevuto birra invece di sidro e che il glutine contenuto nella birra le aveva causato un malessere tale da costringerla a cancellare la vacanza». In quel caso Clarkson ha però scoperto l’inganno grazie alla tecnologia. «Fortunatamente, le telecamere a circuito chiuso hanno ripreso la cliente mentre non beveva birra, quindi in questo caso siamo al sicuro. Ma spesso i proprietari non sono così fortunati».
Dopo essere sopravvissuto a un infarto nel 2024 Jekka ha dovuto cambiare le proprie abitudini alimentari, rinunciando a qualche vizio. Ma non ha perso la voglia di criticare vegetariani o i vegani. «E anche quando non si tratta di una frode – ha aggiunto nel suo articolo – è comunque fastidioso, perché questi consumatori alla moda pretendono che il personale di cucina faccia i salti mortali per assicurarsi che non venga loro servito nulla che possa turbarli».