È una Francia insolitamente debole, tanto dal punto di vista economico quanto da quello politico, quella che si blinda in vista del giovedì nero (per utilizzare i termini della stampa d’Oltralpe) di domani: una imponente – così almeno minacciano i sindacati pronti a scendere in piazza – manifestazione che paralizzerà l’intero Hexagone.
Bloquons tout
“Bloquons tout” non è solo un grido di battaglia, ma anche un inedito movimento nato sui social sospinto dall’insoddisfazione per il momento storico attraversato dal Paese, lamentando la sparizione del welfare e della classe media.
Governo e Parlamento sono impantanati in una tripartizione che non consente di prendere decisioni, i conti fuori controllo esigerebbero una manovra da 44 miliardi ma i cittadini non ci stanno ad affrontare una nuova stagione di rigore.

Si fa così largo un movimento protagonista anche di azioni violente che, nato negli ambienti della sinistra liberale, “rivendica il diritto a contrastare le disuguaglianze e un sistema che non garantisce giustizia sociale”, si legge per esempio su Le Figaro che ha provato a dare sostanza a questa nuova formazione, apparentemente più complessa dei Gilet Gialli di qualche anno fa.
Le mobilitazioni sono iniziate poche ore dopo la nomina da parte del Presidente Emmanuel Macron di Sebastien Lecornu, ex ministro delle forze armate, come nuovo Premier senza una precisa maggioranza a sostenerne l’azione di governo. I precedenti scontri con le forze dell’ordine, gli oltre 500 arresti, hanno messo subito in chiaro una cosa: l’alto tasso di infiltrati violenti che intendono servirsi delle proteste di piazza per destabilizzare una Francia mai così debole.
Anche gli infiltrati, anche i violenti e i riottosi, manifesteranno domani. Per questo Parigi si sta blindando, mentre la magistratura indaga su di un possibile disegno criminale condiviso, battendo ogni pista, persino quella dei social.
La Francia sarà paralizzata?
Tra i tanti dubbi, almeno una certezza: domani la Francia dovrà fare i conti con uno sciopero generale che rischia di paralizzarla da Nord a Sud, in ogni settore. Sono almeno quattro i sindacati del solo comparto ferroviario: CGT-Cheminots, Unsa Ferraigne, SUD-Rail e CFDT-Cheminots. Nel settore aereo si conta già l’adesione di FO-Air France. Potrebbero tirare giù le serrande pure i farmacisti che protestano contro la riduzione degli sconti commerciali sui farmaci generici.
Si prevedono scioperi nel mondo della scuola, delle università e del settore energetico: questi ultimi oltre a un aumento salariale chiedono una riduzione delle tasse sull’energia. Il nuovo Premier francese ha provato a tendere una mano alle sigle sindacali annunciando la retromarcia sulla soppressione di due giorni festivi nel mese di maggio che nei piani del suo predecessore sarebbe servita a sospingere il PIL francese. Ma non sembra essere servito a disinnescare una situazione che rischia di essere una polveriera, al grido di “Bloquons tout”.