E’ diventato uno dei più importanti eventi internazionali per il mondo delle app. A chi non c’è stato proviamo a raccontare (quasi) tutto quello che è successo in Umbria ai Todi Appy Days 2015 organizzati da Fabio Lalli e quali sono state le novità di questa ultima edizione
Arrivi in questo paesino di manco ventimila abitanti in provincia di Perugia e ad accoglierti sono le bellissime (e maestose) mura perimetrali della città. E non diresti mai che li dentro si sta volgendo un evento tech. Poi attraversi le mura, arrivi nella piazza principale e ti convinci che hai definitivamente sbagliato posto. Forse la conferenza a cui stai andando è in qualche edificio moderno fuori città.
Una introduzione così è necessaria. È necessaria per far capire l’atmosfera che si respira durante il Todi Appy Days. Atmosfera che un mio amico ha riassunto così, una sera mentre passeggiavamo per tornare in albergo: “Adoro la vita lenta di questa terra, voglio tornarci presto”.
Ed è quello che noti fin dall’inizio.
Non sei al Web Summit di Dublino, non sei nemmeno allo Slush di Helsinki. Qua nessuno corre per andare da un padiglione all’altro.
Nessuno si traveste in strada per attirare l’attenzione degli investitori. Nessuno ti tampina per lasciarti volantini ogni volta che ti distrai.
Quando Fabio Lalli (direttore creativo dell’evento) mi diceva “vorrei oganizzare qualcosa di diverso. Un festival come l’Eurochocolate, ma per le app” non riuscivo a capire. Nella scorsa edizione non riuscii ad essere presente. Quest’anno invece ho capito, dal pubblico eterogeneo.
L’ho capito dalle coppie che prendevano il caffè in piazza e poi salivano a guardare il panel sul mobile payment. Dai ragazzi che cazzeggiavano con i droni nell’area attrezzata che poi ho ritrovato a fare domande durante mio talk. Dal signore anziano seduto accanto a me nel pubblico mentre ascoltavo il panel sulle startup e gli investimenti che mi chiedeva se anche io fossi uno startupper.
Più di 200 speakers, 100 eventi, 15 aree tematiche
Come avrete capito si è parlato di tantissimi argomenti. Sul programma dell’evento trovate il dettaglio di tutti i talk, panel e workshop che si sono svolti nei quattro giorni. Tanto mobile, ma non solo: c’erano ben 15 aree tematiche: dal wearable al food passando per la musica e la fotografia. Ma niente supercazzole, niente talk supertecnici per smanettoni. Tecnologia alla portata di tutti, è stato questo il leitmotiv dell’evento.
Con più di 100 eventi era inevitabile la presenza di tantissimi speaker. Oltre a molti nomi noti del panorama digital e tech italiano, ho notato con piacere la presenza di diverse startup. Che non erano li per fare il solito pitch, ma per intervenire in panel verticali nei quali hanno portato la loro esperienza aziendale che andava ad affiancare, spesso, l’opinione di speaker provenienti dal mondo corporate. Potrebbe sembrare ovvio ma non lo è.
È stato un aspetto che ho apprezzato molto: finalmente le startup che fanno sentire la loro voce raccontando il loro mercato dal loro punto di vista.
Le startup che stanno sbancando in Italia (e non solo)
E così mi son ritrovato Orlando Merone di Solo a discutere di come il mondo dei pagamenti mobile stia cambiando; Eduardo Festa di edo.io a dare consigli sul mondo della produttività quotidiana; Alberto Gangarossa di Pathflow ad analizzare lo scottante mondo dei big data; e cosi via. E questi sono solo alcuni esempi di startup italiane che conosco personalmente e che stanno ottenendo successi concreti, non solo in Italia.
I droni e la novità dell’anno: Lego seriuos play
Giornate strapiene di interventi, insomma. Ma sempre affiancate da attività collaterali per grandi e piccoli. I più temerari si sono cimentati in diversi workout organizzati da Runtastic, l’area di prova dei droni è stata presa d’assalto dai ragazzi delle suole superiori locali e per chi voleva riposare la mente e lasciar “pensare le mani” ci sono stati diversi workshop sul tema “Lego serious play”.
Se ve lo state chiedendo, io ho presentato un talk dal nerdeggiante titolo “Guida Galattica per Product Hunt” nel quale ho raccontato un po’ di storia di questa potentissima piattaforma, affiancato da qualche caso di successo e qualche consiglio sul come utilizzarla al meglio.
Raffaele Gaito
@duplikey