Sul tavolo anche gli spostamenti tra le regioni. Venerdì 16 aprile il Governo si riunisce
La lista delle attività che attendono risposte dal Governo è lunga. Dai cinema alle palestre, dai ristoranti ai teatri, il mondo del lavoro guarda a Palazzo Chigi dove domani, venerdì 16 aprile, è in programma un incontro di maggioranza che potrebbe segnare un primo compromesso per la ripartenza a cominciare da maggio. Al momento il condizionale è d’obbligo, dal momento che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, prenderà una decisione soltanto alla luce dei dati sui contagi.
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Cosa potrebbe riaprire a maggio
Come si legge sulla stampa, i Governatori spingono per far sì che nel prossimo decreto su restrizioni e misure anti contagio venga messa la parola fine sulla chiusura dei ristoranti. Queste attività, nell’ottica delle Regioni, dovrebbero poter tornare ad aprire sia a pranzo, sia a cena. Da giorni le proteste degli esercenti si fanno sentire in tutta Italia, con un popolo di piccoli imprenditori che affronta da più di un anno difficoltà economiche e incertezze dovute alle riaperture a singhiozzo.
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Coprifuoco, cosa cambierebbe
Il coprifuoco in Italia è attivo dall’autunno scorso. Pure su questo tema il Governo riceve continue richieste da Governatori e amministratori locali per accorciarlo di una o due ore, venendo così incontro alle prossime riaperture serali di pub, bar e ristoranti. Gli spostamenti tra regioni, altro nodo da sciogliere, potrebbero essere concessi da maggio in poi, sempre però tenendo sott’occhio l’andamento dei contagi. Con il ritorno a una condizione di zona gialla, potrebbero riaprire anche cinema e teatri (il settore della cultura è in ginocchio da oltre un anno).
Palestre: 2 metri di distanza
Discorso analogo anche per le palestre, dove gli imprenditori hanno investito nell’ultimo anno per garantire la sicurezza e il distanziamento. La direttiva potrebbe essere quella di garantire due metri di distanza tra le persone in tutta la struttura, spogliatoi compresi. Il dibattito interno al Governo è ancora in essere e la mediazione tra rigoristi (capeggiati dal ministro della Salute, Roberto Speranza) e aperturisti (rappresentati dall’anima di centro destra) è ancora tutta da trovare.