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Impatto, rivoluzione, disruptive innovation, cambio di paradigma…nel mondo del lavoro si sta cercando di definire con esattezza la portata dell’Intelligenza Artificiale Generativa per comprenderne le conseguenze. Un fatto è certo: tutti ne saremo coinvolti, nessuna professione è esclusa. Competenze, procedure, produttività, fatturati sono fattori del lavoro che andranno incontro a profondi cambiamenti.
Come si può adottare l’AI governandone le conseguenze? Una risposta arriva dallo studio AI 4 Italy: dalla teoria alla pratica – Verso una politica industriale dell’IA Generativa per l’Italia, condotto da TEHA Group in collaborazione con Microsoft Italia. Un’analisi che mette in luce l’importanza strategica di un piano nazionale che acceleri l’adozione dell’IA Generativa nel nostro sistema produttivo. Un piano strategico che include l’evoluzione delle competenze e i nuovi criteri di selezione dell’HR.
Del lavoro che cambia e della necessità di selezionare professionisti formati e preparati all’utilizzo dell’AI ne parleremo mercoledì 6 novembre all’evento “Competenze e Intelligenza Artificiale: Il Futuro delle Professioni” al Phyd Hub, Via Tortona 31, Milano. Un evento di StartupItalia in collaborazione con Microsoft, che si rivolge a professionisti, aziende, startup per capire come potenziare le competenze trasversali con l’AI. Insieme a Microsoft Italia vogliamo fornire un quadro chiaro delle opportunità e delle sfide per rimanere competitivi in un mondo sempre più automatizzato.
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L’IA Generativa spinge l’Italia
Parlando del Sistema Paese Italia, l’analisi di TEHA Group in collaborazione con Microsoft Italia invita a un’azione coordinata e visionaria che permetta al nostro Paese non solo di superare le attuali sfide, ma di posizionarsi tra i leader globali in questo settore. L’integrazione delle tecnologie IA può così diventare un motore di crescita per il Made in Italy e per la competitività del Paese nel contesto globale.
Partiamo dallo scenario macro per poi capire come l’evoluzione delle competenze si inserisce nel mercato del lavoro: l’adozione dell’IA Generativa potrebbe generare fino a 312 miliardi di euro di PIL aggiuntivo per l’Italia nei prossimi 15 anni, con una crescita potenziale del 18,2%. Questo beneficio non si limiterà alle grandi imprese: le PMI, in particolare, potrebbero ottenere un incremento di 122 miliardi di euro in valore aggiunto. Anche il Made in Italy ne trarrà enormi vantaggi, con una previsione di aumento dei margini di esportazione fino a 121 miliardi di euro, trainati da settori come l’ingegneria meccanica e la farmaceutica. Questi numeri evidenziano come l’IA Generativa rappresenti una leva essenziale per rafforzare la posizione dell’Italia sul mercato internazionale.
Mancano le competenze AI
Lo studio evidenzia anche le sfide che l’Italia deve affrontare per valorizzare appieno il potenziale dell’IA Generativa, in particolare nel campo dello sviluppo delle competenze. Il nostro Paese è in ritardo sul know-how relativo all’IA, con il 63% degli imprenditori che riconosce che le competenze dell’IA Generativa non sono ancora diffuse. Il problema delle competenze si manifesta chiaramente sia nell’offerta formativa che nella disponibilità di talenti IA sul mercato del lavoro.
L’Italia occupa il settimo posto in Europa per i programmi di studio dedicati all’IA, e anche l’intera Europa risulta in ritardo rispetto a Stati Uniti e Regno Unito in questo campo di studi. Un divario che si traduce in una carenza di competenze in ambito IA, con il nostro Paese che si posiziona solo al 16° posto tra i Paesi OCSE per la diffusione di competenze legate all’IA. Inoltre, la continua fuga di cervelli aggrava questo problema, poiché l’Italia continua a perdere talenti IA a favore di Paesi che offrono migliori opportunità professionali e condizioni di lavoro più attraenti.
Le imprese italiane stanno già adottando soluzioni di IA Generativa con risultati concreti. Tutte le aziende intervistate (100%) hanno dichiarato di aver avviato o pianificato l’implementazione di queste tecnologie, contro il 78% dello scorso anno. Già oggi, il 47% delle aziende ha registrato aumenti di produttività superiori al 5%, mentre il 74% ha riportato incrementi di oltre l’1%. Una crescita che potrebbe accelerare ulteriormente nei prossimi anni, con il 50% delle imprese che prevede miglioramenti superiori al 10% entro i prossimi due anni.
La UE insegue gli USA
Secondo il Work Trend Index di Microsoft, negli ultimi otto anni, i leader aziendali hanno avviato l’assunzione di talenti con competenze tecniche legate all’AI, con un aumento delle assunzioni del 323%. Il 66% dei leader afferma che non assumerebbe qualcuno privo di competenze in ambito AI, mentre il 71% preferirebbe un candidato meno esperto, ma dotato di conoscenze AI rispetto a uno più esperto ma senza queste competenze. Inoltre, il 77% dei leader ritiene che l’AI permetterà di affidare maggiori responsabilità ai giovani talenti, nella fase iniziale della loro carriera.
Tuttavia, la lentezza degli investimenti in IA rappresenta un altro ostacolo per l’Italia. L’UE ha contribuito solo al 4% dello sviluppo globale dell’IA Generativa, rispetto al 69% degli Stati Uniti. L’ecosistema italiano è ancora indietro, posizionandosi al 20° posto mondiale per investimenti in startup e scale-up legate all’IA. Anche sul fronte accademico, solo due università italiane compaiono tra le prime 70 al mondo per programmi di studio dedicati all’IA.
Le priorità per un Piano Nazionale dell’AI
- Competenze: è prioritaria l’implementazione di un Piano Nazionale per l’Alfabetizzazione IA, che parta dalle scuole e arrivi fino all’università, oltre a programmi di formazione aziendale che coinvolgano sindacati e associazioni datoriali. È essenziale attrarre talenti digitali dall’estero per rafforzare il know-how interno.
- Innovazione: l’Italia deve adottare una Strategia IA per l’Industria 5.0, integrando l’IA Generativa nel settore manifatturiero e sfruttando le infrastrutture esistenti come i Competence Center. Fondi specifici devono essere destinati allo sviluppo e all’adozione di soluzioni IA per garantire un impatto reale e duraturo.
- Governance: serve un ruolo più incisivo delle istituzioni preposte al coordinamento dello sviluppo dell’IA, integrandole nella programmazione economica e industriale del Paese, affinché l’IA diventi un pilastro della crescita futura e della competitività internazionale.
L’Italia deve affrontare una serie di sfide per sfruttare appieno il potenziale dell’IA Generativa, che rappresenta una leva strategica per rafforzare l’economia, in particolare per le PMI e il marchio Made in Italy. Il potenziale economico è significativo, con un aumento stimato del valore aggiunto per le PMI e dei margini di esportazione, ma l’Italia e l’Europa sono in ritardo nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale rispetto ad altre economie. Per colmare questo gap, è necessario adottare una politica industriale mirata che possa posizionare il Paese come leader nell’innovazione tecnologica.
Un altro punto fondamentale è l’adeguamento delle competenze: l’IA Generativa sta già trasformando i modelli di business e migliorando la produttività, ma l’Italia ha competenze inferiori alla media OCSE. Inoltre, molti dei talenti formati in questo campo emigrano all’estero in cerca di migliori opportunità.