La procura australiana ha archiviato il procedimento penale contro Meta a carico del magnate minerario Andrew Forrest, proprietario al 37% di Fortescue Metals Group, società di estrazione di metalli e di energia verde e la seconda persona più ricca d’Australia. Il caso era scoppiato con l’accusa da parte di Forrest contro il social di Zuckerberg di avere violato le leggi antiriciclaggio australiane consentendo a truffatori di terze parti di utilizzare il suo software e la sua piattaforma per pubblicizzare falsi schemi di criptovaluta associati a foto del suo volto, facendo credere che fosse stato lui stesso a supportarli.
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La risoluzione del caso Forrest vs Meta
Per le autorità giudiziarie australiane non ci sono prove sufficienti per sostenere l’accusa e così il caso è stato archiviato. Forrest aveva portato avanti la causa ai sensi delle leggi australiane che consentono a un individuo di perseguire penalmente una società straniera con il consenso del procuratore generale. In una dichiarazione, Forrest ha affermato che la decisione di archiviare il caso è stata «una tragedia per genitori e nonni innocenti che hanno perso i risparmi di una vita», sostenendo che Meta gli aveva promesso nel 2019 che avrebbe aiutato a rimuovere le pubblicità truffa con il suo volto, ma che le pubblicità continuavano, invece, ad apparire per gli utenti Facebook australiani, con conseguenti pesanti perdite per le persone che erano state ingannate. Un portavoce di Meta ha commentato: «La nostra solidarietà va alle persone che sono state colpite. Meta non vuole truffe sulle sue piattaforme e continueremo a lavorare instancabilmente per prevenirle e proteggere i nostri utenti». Nel frattempo, è in corso una causa civile separata che ha intentato contro Meta per gli annunci in California.