Critiche su tutti i fronti: dalla lentezza nei pagamenti all’inquinamento dovuto al mining. Fino ai rischi per le banche
“Il valore di Bitcoin ha raggiunto un picco di 69mila dollari nel novembre 2021, per poi scendere a 17mila dollari a metà giugno 2022. Da allora, il valore ha oscillato intorno ai 20mila dollari. Per i sostenitori di Bitcoin, questa apparente stabilizzazione rappresenta una pausa sulla strada verso nuove vette. Più probabilmente, però, si tratta di un ultimo sussulto indotto artificialmente prima di imboccare la strada verso l’irrilevanza”. Sono queste le prime righe di un articolo pubblicato nelle scorse ore sul sito della Banca Centrale Europea a firma di Ulrich Bindseil e Jürgen Schaaf, rispettivamente direttore generale di Markey Infrastructure & Payments e advisor della medesima sezione. Questa presa di posizione apertamente contraria alla moneta digitale coniata ormai più di dieci anni fa ha riacceso il dibattito, suscitando le reazioni soprattutto dei sostenitori di Bitcoin, che su Twitter hanno risposto a tono con post e meme.
#Bitcoin is driving the digital transformation of money and banking. It is already an order of magnitude more efficient than traditional finance systems based on 20th century analog technology, and growing exponentially smarter, faster, & more efficient (36%+) each year.
— Michael Saylor⚡️ (@saylor) November 30, 2022
Tra le risposte più riprese su Twitter citiamo quella di Micheal Saylor, forse il più noto ambasciatore di Bitcoin al mondo, il quale ne ha invece rimarcato la potenza innovativa. Secondo la Banca Centrale Europea le cose non starebbero così. “Le transazioni effettive in Bitcoin – si legge nell’articolo – sono macchinose, lente e costose. Bitcoin non è mai stato utilizzato in misura significativa per transazioni legali nel mondo reale”.
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https://t.co/egA4CpsdJt pic.twitter.com/lLICuDQkPt
— Federico Rivi⚡️ bitcointrain.substack.com (@federico_rivi) November 30, 2022
La Banca Centrale Europea è poi tornata su un’altra questione spesso ripresa dai critici in generale delle criptovalute. Quella dell’impatto ambientale dovuto all’attività di mining. “Vale anche la pena di notare che il sistema Bitcoin è un inquinatore senza precedenti […]. Si stima che il mining di Bitcoin consumi ogni anno un quantitativo di elettricità paragonabile a quello dell’Austria”. L’articolo chiude con un avvertimento alle banche, agli istituti e ai fondi di investimento. “Il settore finanziario dovrebbe essere cauto sui danni a lungo termine derivanti dalla promozione degli investimenti in Bitcoin, nonostante i profitti a breve termine che potrebbero ottenere. L’impatto negativo sulle relazioni con i clienti e il danno reputazionale per l’intero settore potrebbero essere enormi”.