La società entra in amministrazione controllata. Il fallimento riguarda per ora soltanto le attività negli USA e in Canada
Nei giorni scorsi la stampa americana aveva riportato le indiscrezioni secondo cui l’azienda dei coworking WeWork avrebbe dichiarato presto bancarotta. Alla fine è andata così. L’ex startup fondata da Adam Neumann ha annunciato il fallimento del progetto e ora tenterà di rinegoziare un debito da oltre 18 miliardi di dollari. Per quanto attesa, la notizia dell’amministrazione controllata rappresenta un importante aggiornamento su una vicenda che si trascina da anni, almeno da quando, era il 2019, l’ex Ceo e Founder Adam Neumann ha lasciato la guida dell’unicorno un tempo valutato 47 miliardi di dollari. Come si legge su TechCrunch, l’amministratore delegato David Tolley ha detto che «ora è il momento per noi di andare avanti affrontando in modo aggressivo i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio».
La bancarotta di WeWork è per il momento limitata alle attività della società negli Stati Uniti e in Canada. Sappiamo che l’azienda è riuscita ad accordarsi con buona parte dei creditori, che ha accettato di convertire le somme dovute in azioni (sperando evidentemente che per WeWork non sia stata scritta la parola la fine). Secondo le cifre più aggiornate, l’azienda conta quasi 800 spazi di coworking in 39 Paesi, con costi cospicui sugli affitti. La crisi però non riguarda tutto il mondo: in India le attività dell’azienda starebbero andando a gonfie vele e dunque il fallimento in America non dovrebbe ripercuotersi in maniera indiscriminata su tutti i mercati in cui WeWork opera.
Sulla vicenda si è espresso anche l’ex Ceo Neumann. «È stato difficile per me guardare da bordocampo dal 2019 poiché WeWork non è riuscita a trarre vantaggio da un prodotto che è più rilevante che mai. Credo che, con la giusta strategia e il giusto team, una riorganizzazione consentirà a WeWork di emergere con successo». Nel 2023 la società è riuscita a rinegoziare il proprio debito, riducendolo di 1,5 miliardi, ma la situazione ha continuato a peggiorare dal punto di vista finanziario.