Un’iniziativa dedicata all’utilizzo di tecnologie emergenti come la blockchain, l’Intelligenza Artificiale (AI) e Internet delle cose (IoT), innestate su infrastrutture di nuova generazione: scadenza 4 novembre 2019
Il Ministero dello Sviluppo Economico lancia un bando dedicato all’infrastruttura 5G e mette a disposizione 5 milioni di euro per progetti di sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico ad essa collegati. L’avviso pubblico – il decreto è stato approvato il 26 marzo scorso – parla di tecnologie emergenti come la blockchain, l’Intelligenza Artificiale (AI) e Internet delle cose (IoT) che, innestate su infrastrutture di nuova generazione, possano favorire lo sviluppo imprenditoriale sul territorio per PMI e startup innovative, magari trasformandosi un giorno in servizi.
Il MISE si rivolge ad una fitta schiera di possibili protagonisti aggregati, in particolare prevedendo la partecipazione obbligatoria di almeno un Ente pubblico, Enti di ricerca o Università, in collaborazione con gli operatori titolari di frequenze utilizzabili per il 5G. È quindi possibile la partecipazione di soggetti privati funzionali all’utilizzo di infrastrutture o servizi necessari all’attuazione del progetto.
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Il Piano, finanziato da risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 come previsto dal Piano di investimenti per la diffusione della banda ultra larga (Delibera CIPE n. 61/2018) è diviso in due assi di intervento sinergici. Questo dedicato ai progetti di ricerca e sviluppo è il secondo asse: i progetti oggetto di finanziamento dovranno essere immediatamente cantierabili e avere caratteristiche di sostenibilità e replicabilità sul territorio nazionale, progettati per permettere la crescita complessiva dei territori, con un particolare focus sul rilancio dei territori svantaggiati. Come spiega il testo ufficiale è preferibile che prevedano lo sviluppo di servizi e soluzioni in ambito creativo, dell’audiovisivo o dell’intrattenimento, ma anche logistica, green economy, orientati alla tutela e alla valorizzazione del made in Italy.
La dotazione finanziaria è pari a 5 milioni di euro per un importo non superiore ad 1 milione di euro per singolo progetto ed è concesso fino ad un massimo dell’80% delle spese riconosciute ammissibili.
Il primo asse del Piano del MISE prevede la nascita della casa delle tecnologie emergenti, già avviata nei comuni oggetto di sperimentazione di reti e servizi 5G Torino, Roma, Catania, Cagliari, Genova, Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera. Ogni casa è pensata per diventare centro di trasferimento tecnologico finalizzato a supportare progetti di ricerca e sperimentazione, a sostenere la creazione di startup e a favorire il trasferimento tecnologico verso le PMI attorno agli stessi temi previsti dal secondo asse.
Come partecipare
La domanda di partecipazione (qui trovate il facsimile), redatta secondo le modalità disposte dall’Avviso pubblico, dovrà essere inviata tramite posta elettronica certificata all’indirizzo PEC: [email protected] e entro le ore 12:00 del 4 novembre 2019. Qualora la domanda di partecipazione dovesse risultare voluminosa tale da non permettere l’invio tramite PEC il plico completo di tutti gli allegati potrà essere consegnato a mano presso la divisione II della DGSCERP del Ministero dello sviluppo economico, Viale America 201, 00144 Roma.
Eventuali richieste di informazioni e chiarimenti potranno essere formulate esclusivamente in forma scritta, a mezzo PEC all’indirizzo [email protected], a partire dal 2 settembre fino al 30 settembre 2019. Le risposte ai quesiti saranno pubblicate sul sito internet del Ministero entro il 15 ottobre 2019.
Allegati, delibere e programma scaricabili qui, sul sito del MISE.
L’infrastruttura 5G
La rete 5G è progettata per rivoluzionare il funzionamento della comunicazione tra dispositivi aumentando le performance, efficienza e sicurezza. È destinata a durare almeno 10 anni garantendo la continuità della propria capacità, pensando al mondo IoT e delle applicazioni multimediali. Opererà su tre bande di frequenze: quella che va dai 3,5 ai 3,7GHz (la stanno sperimentando con antenne pilota diverse città italiane), una banda attorno ai 700MHz ad oggi e per circa altri due anni non disponibile e occupata dal segnale TV, e una a 26GHz che sarà accesa tra la fine 2019 e l’inizio del 2020 per connettere dispositivi vicini tra loro (M2M) o per costruire ponti radio.
Tra i temi più dibattuti riguardanti il 5G c’è quello relativo alle emissioni. Innanzitutto è bene ricordare che tutte le reti wireless sono tenute a rispettare le stesse regole che in Italia fissano la potenza massima di trasmissione a 6V/m, misurate in prossimità delle antenne, con un calo del segnale elettromagnetico mano a mano che ci si allontana dalle stesse. Il 5G e i siti di trasmissione sono invece progettati per garantire comunicazioni efficaci tra antenne e device senza picchi di emissioni, anzi riducendo al massimo la potenza di trasmissione con un impatto positivo anche sull’ambiente, consumando meno energia e producendo meno calore. Molto più compatto in termini fisici, il 5G non è solo sinonimo di navigazione veloce. Le nuove reti permetteranno di connettere qualsiasi device, grazie ai consumi ridotti e ai protocolli appositi e aprirà le porte alla vera Internet delle cose (IoT). Una sfida che interessa anche il MISE che cerca di favorire nuovi network tra soggetti attivi nel settore, invitandoli ad immaginare nuovi sistemi di comunicazione flessibile e nuove tipologie di servizio.