Accordo fra la piattaforma di pasti condivisi e il Gruppo FS Italiane: per gli abbonamenti sui regionali sconto di 4 euro mensili per mangiare a casa degli altri
Il social eating di Gnammo sale a bordo dei treni. La startup torinese ha annunciato di aver stretto un altro accordo dopo quello con Meetic. Stavolta con Trenitalia: chi viaggia con un biglietto regionale potrà usufruire di uno sconto di 4 euro ogni mese da spendere sulla piattaforma. Cioè per pagare una cena social in qualunque parte d’Italia. La promozione è riservata ai possessori degli abbonamenti quindicinali, mensili, trimestrali, semestrali e annuali regionali Trenitalia a tariffa 40.
La collaborazione
Una collaborazione in effetti curiosa, che per la prima volta mette insieme economia tradizionale e sharing economy, esplorando nuovi modi per viaggiare e gustare i piatti tipici della cucina italiana in compagnia: “L’idea di unire trasporti italiani e social eating nasce con l’intento di promuovere le ricchezze del nostro territorio – spiega Cristiano Rigon, fondatore di Gnammo – il social eating può infatti diventare un’opportunità per scoprire luoghi autentici e ricchi di fascino, da raggiungere proprio con il treno”.
Le special dinner
La partnership offre dunque la possibilità di vivere un’esperienza insolita, magari mai provata prima, a prezzo scontato. Considerando che i contributi per le cene su Gnammo sono di solito piuttosto contenuti, 4 euro al mese non sono pochi. Oltre alla formula classica del social eating, Gnammo propone anche da alcuni mesi le Special Dinner. Si tratta di un format che permette di conoscere e conoscersi intorno a una tavola in contesti unici e particolarmante scenografici, di solito chiusi al pubblico.
Oltre 200mila utenti registrati
Al momento Gnammo – da sempre in prima linea nella lotta per una giusta legge sulla ristorazione casalinga, già approvata alla Camera e in attesa di esame al Senato – dichiara oltre 200 mila utenti registrati e più di 13 mila eventi creati in tutta Italia. Il portale di social eating è incubato all’I3P del Politectnico di Torino.