Passa il “compromesso francese”: l’Unione Europea al lavoro sui cosiddetti recovery bond
Il Consiglio Europeo che ha riunito i capi di Stato e di Governo si è concluso con un primo (storico) sì al recovery fund, un fondo che emetterà i cosiddetti recovery bond, obbligazioni comuni che sosterranno la ricostruzione economica del vecchio continente. In queste settimane StartupItalia ha seguito l’evoluzione dei negoziati, analizzando le proposte italiane: prima il MES (ottenuto a condizioni minime per le spese sanitarie), poi i coronabond, ipotesi invisa a Germania e Olanda, ostili al concetto di eurobond e di condivisione dei debiti. Così ha avuto la meglio la linea di Parigi, che ha mediato tra Italia e Germania proponendo la formazione di un recovery fund.
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Recovery fund: come funzionerà
Il recovery fund è uno «strumento urgente», come ha spiegato in un annuncio al Paese il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nato su spinta francese, è pensato come un fondo garantito dal bilancio dell’Unione Europea da utilizzare per emettere i cosiddetti recovery bond. Parigi non chiede la condivisione dei debiti passati – ipotesi alla quale da sempre paesi come la Germania si sono sempre dichiarati contrari – ma una mutualizzazione dei rischi che tutta l’Europa troverà lungo il proprio cammino. Titoli di debito comune che, secondo i piani dell’Eliseo, inaugureranno una nuova e più forte solidarietà comunitaria.
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Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron
La soddisfazione del Governo italiano è dovuta senz’altro all’effettivo alleggerimento del clima politico in Europa, dove fino a qualche settimana fa sembrava prevalere una linea del rigore anche con una guerra sanitaria in corso. D’altra parte, va ricordato, Palazzo Chigi non ha vinto sulla linea dei coronabond e di prestiti svincolati dall’obbligo di restituzione. Negli ultimi giorni la linea dell’Italia sembrava appoggiare addirittura il piano di Madrid sul debito perpetuo, come ha dichiarato il sottosegretario del Ministero dell’Economia, Laura Castelli.