La gestione ed analisi dei dati produce impatti in diversi ambiti della società e annualmente la conferenza DDI vuole essere il momento di riflessione e autovalutazione del lavoro svolto tracciando le linee degli approcci futuri.
Si è conclusa la Data Driven Innovation, la conferenza italiana sul mondo dei dati e sull’innovazione che annualmente riunisce data scientist e addetti ai lavori per raccontare i cambiamenti derivati dalla cultura dei dati verso la società e il mondo economico. La DDI si è svolta presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre, ed ha permesso agli specialisti della materia di incontrarsi per fare il punto ma anche di spiegare il proprio lavoro al resto della società.
Giunta quest’anno alla sua terza edizione, la DDI è stata organizzata con il contributo scientifico della Fondazione “Centro di iniziativa giuridica Piero Calamandrei” e rientra nel calendario di appuntamenti di Aspettando Maker Faire Rome, il programma annuale di avvicinamento al più grande evento europeo sull’innovazione e del PID (Punto Impresa Digitale) della Camera di Commercio di Roma.
La DDI è stata preceduta da due tappe di avvicinamento all’evento principale. I due eventi di approfondimento sono stati affidati a due illustri rappresentanti del mondo accademico e industriale internazionale che hanno tracciato due dei rischi che la data analytics porta con sè proponendo però anche approcci di risoluzione.
Nimrod Kozlovski, professore ed esperto di cybersecurity, Big data analytics, internet law e new Media ha discusso il tema della profilazione a mezzo social come rischio potenziale della profilazione di massa mentre Divesh Srivastava, Responsible del Database Research at AT&T Research Labs, ha illustrato il tema del Private data release (il problema del rilascio di larghi set di dati anonimizzati come campioni per scopi di ricerca e analisi) proponendo anche la tecnica della “privacy differenziale” come possibile soluzione.
Tra gli argomenti affrontati durante la conferenza dai vari speaker che si sono avvicendati vi sono Industria 4.0, Digital Fabrication, Etica dei Dati, Privacy (GDPR), Mobilità ed in generale sono stati toccati gli ambiti tematici legati all’Automotive, all’Economia, all’Intelligenza Artificiale, gli Open Data e la Pubblica Amministrazione.
Il laboratorio musicale di Danilo Rea
Durante la manifestazione si è tenuto anche un laboratorio sperimentale con la performance musicale di Danilo Rea nell’interazione con una intelligenza artificiale capace di analizzare il suono e rispondere “a tono”, in una rincorsa continua della macchina verso l’interpretazione della creatività del musicista che a sua volta doveva sfuggire dalla capacità di previsione algoritmica. Il palleggio di “botta e risposta” voleva rendere la rappresentazione di un equilibrio fra uomo e macchina, che gli organizzatori hanno voluto dare come risposta artistica al dibattito concettuale: Rea non più solo un improvvisatore, ma accompagnato da una macchina che genera suoni elettronici seguendo il codice umano, per ottenere un risultato dell’interazione uomo-macchina che sia migliore sia dell’uomo da solo, sia della sola macchina.
Per Paolo Atzeni, tra gli organizzatori del convegno, “viviamo in una società sempre più digitale, in cui ognuno di noi è produttore e consumatore, spesso inconsapevole, di dati”. Una delle sfide, secondo i promotori dell’incontro, è come governare l’utilizzo dei dati. Per Atzeni, “occorre conciliare i dati con le implicazioni etiche, giuridiche e sociali come la privacy. I dati – ha concluso – sono infatti uno stimolo a produttività e competitività, ma anche all’uguaglianza dei servizi”.