Disponibile sul sito della Casaleggio Associati il nuovo report sul Venture Capital in Italia. In aumento numero e valore degli investimenti, eppure l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. I fondi di Venture Capital non hanno capitali sufficienti e così le startup sono costrette a trasferirsi all’estero
Come sta l’ecosistema dell’innovazione in Italia e quali sono i principali soggetti che lo animano? Per rispondere a queste ed altre domande abbiamo analizzato il report pubblicato in questi giorni dalla Casaleggio Associati discutendo l’importanza di alcuni dei dati riportati direttamente con il suo presidente Davide Casaleggio.
L’importanza del Venture Capital
L’innovazione nasce dalle startup, ma queste non avrebbero futuro né possibilità di sviluppo se non fossero supportate dal Venture Capital.
L’apporto di capitale di rischio, da parte di uno o più investitori esterni, svolge in Italia un ruolo sempre più importante. Non solo come motore del cambiamento, ma anche come potenziale impatto lavorativo. Basta pensare che per ogni milione investito si creano, in media, 12 posti di lavoro in azienda che salgono a 60 di indotto. Non poco in un Paese alle prese con un tasso di disoccupazione giovanile eccezionalmente alto.
Eppure, nonostante questi positivi segnali, gli investimenti dei fondi VC in Italia restano notevolmente più bassi rispetto agli altri Paesi europei: centinaia di milioni in confronto a qualche miliardo di euro.
Liquidità limitata
In Italia si crede poco nell’economia innovativa: un vero peccato tenendo conto che alcune delle aziende più grandi del mondo (Microsoft, Apple, Amazon e Google) hanno mosso i primi passi proprio grazie ai finanziamenti VC e che, grazie a questo genere di investimenti, realtà italiane come YOOX, Mutuionline e Venere.com hanno riscosso successo anche all’estero.